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Ecco come gli assistenti vocali dei nostri dispositivi ci spiano. E le aziende guadagnano…

Pubblicato il 16/09/2019 17:09

La privacy prima di tutto, niente profitti dai dati degli utenti. Quante volte lo sentiamo dire dalle grandi aziende, Apple in tesa? E quante volte lo leggiamo nelle loro informative? Peccato che le cose non stiano proprio così, e dove non arrivano i comuni mortali, arrivano le sentenze. O le testimonianze di chi l’ha vissuta sul campo la realtà. E quindi ecco scoppiare l’ultima bomba sui cosiddetti assistenti vocali. Il 30 luglio il Guardian ha pubblicato una rivelazione non da poco: Siri, l’assistente vocale di Apple presente su tutti gli iPhone, ascolta le nostre conversazioni. A raccontarlo, sotto anonimato, sono stati i dipendenti di un’azienda che lavorava per la società. Hanno spiegato come molti dialoghi degli utenti erano ascoltati dalle imprese appaltatrici per valutare il servizio e migliorarlo. O almeno questa era la versione formale… (Continua a leggere dopo la foto)
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Gli appaltatori, spiegava la testata inglese, avevano il compito di annotare, ad esempio, se l’attivazione dell’assistente vocale fosse intenzionale o meno, se la richiesta rivolta a Siri fosse esaudibile e se Siri fosse stata d’aiuto. Due settimane fa, però, Apple è stata smascherata e ha dovuto scusarsi con i suoi utenti: “Come risultato della nostra revisione abbiamo realizzato di non essere stati interamente all’altezza dei nostri alti ideali e per questo ci scusiamo”.

Certo, Siri non è l’unico. La pratica dell’ascolto esterno “per migliorare i servizi” riguarda la stragrande maggioranza dei dispositivi dotati di assistenti vocali, da quelli sugli smartphone a quelli per le smart home e la domotica. Ad aprile era toccato ad Alexa, l’assistente vocale di Amazon.

La notizia era stata data da Bloomberg. Si è scoperto che alcuni dipendenti avevano il compito di annotare qualsiasi altra cosa avesse rilevato il dispositivo, incluse le conversazioni in sottofondo e le informazioni personali, per essere etichettate poi come “dati critici”. Amazon ha confermato la pratica. Nelle scorse settimane, altri leaks e altre inchieste hanno rivelato che lo stesso riguarda Google (Wall Street Journal) e anche Facebook, il quale appalta ad aziende esterne la trascrizione dei messaggi vocali della chat Messenger.

Microsoft invece fa ascoltare sia le conversazioni di Skype attraverso il servizio di traduzione simultanea, sia i comandi vocali all’assistente Cortana, nonché per Xbox tramite la camera frontale Kinect (Mother-board). E con i nostri dati loro ci guadagnano e continuano a manipolare l’economia e il mercato.

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