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Zelensky cancella i diritti dei lavoratori. Con la scusa della guerra parte l’attacco ai diritti dei cittadini

Pubblicato il 11/07/2022 11:41

Molti opinionisti lo hanno presto eletto a paladino, schierandosi dalla sua parte a spada tratta. Ma mentre il conflitto in Ucraina è ancora in corso, su Volodymyr Zelensky iniziano a emergere preoccupanti zone d’ombra. Con i sindacati che si sono improvvisamente ritrovati a dover difendere i diritti dei lavoratori proprio dal premier e dalle mire del suo esecutivo. Come spiegato da Vitaliy Dudin, responsabile di Sotsyalnyi Rukh (Movimento Sociale), un’organizzazione democratica ucraina che fornisce assistenza legale ai lavoratori, “il governo sta distruggendo il Codice del lavoro. Approfitta della situazione per far passare dei testi in Parlamento senza dibattito né consultazione”.

A fare il punto sulla delicata questione è il Fatto Quotidiano, che ha raccolto la testimonianza di Dudin a Kiev. I sindacati hanno denunciato in particolare due testi: la legge sulla “regolamentazione dei rapporti di lavoro durante la legge marziale”, votata il 15 marzo scorso, e il progetto di legge 5371 finalizzato a “semplificare la normativa sui rapporti di lavoro nelle piccole e medie imprese e a ridurre gli oneri amministrativi”, adottato in prima lettura il 12 maggio. Due colpi durissimi ai diritti dei lavoratori, inferti nel silenzio generale.

Secondo l’Organizzazione internazionale del Lavoro, all’inizio di maggio in Ucraina erano già stati persi cinque milioni di posti di lavoro, sul totale di 17,5 milioni a fine 2021. Da febbraio, 6,5 milioni di persone hanno lasciato il territorio nazionale e più di 7 milioni si sono spostate all’interno del Paese. L’8 giugno, la Kyiv School of Economics stimava che “i danni diretti causati all’economia ucraina dalla guerra ammontano a 103,9 miliardi di dollari”. La legge votata a marzo ha di fatto autorizzato i datori di lavoro ad aumentare l’orario da 40 a 60 ore settimanali durante il conflitto, con le aziende in grado di licenziare i dipendenti con un preavviso anche di soli 10 giorni.

Non bastasse, tutte le aziende ucraine hanno oggi, grazie alle nuove leggi, il potere di sospendere temporaneamente i contratti di lavoro: i dipendenti restano formalmente assunti, ma non percepiscono lo stipendio ed è previsto che gli arretrati siano versati, alla fine della guerra, da ipotetici compensi pagati dallo “Stato all’origine dell’aggressione militare”, cioè la Russia. Secondi i sindacati “si sta approfittando della legge marziale in vigore in questo periodo, che vieta di fare sciopero e di manifestare, per finire di distruggere il Codice del lavoro ucraino”.

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