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“Il nostro voto? Lo deciderà un’intelligenza artificiale”. L’allarme degli esperti in vista delle prossime elezioni

Pubblicato il 12/01/2024 09:18 - Aggiornato il 12/01/2024 09:19

Il 2024 sarà un anno segnato dalle tante, tantissime chiamate al voto della popolazione. Calcolatrice alla mano, in tutto il mondo andranno al voto circa 2 miliardi di persone sparse in 50 Paesi diversi, con tornate di ogni tipo: dal Parlamento Europeo al presidente degli Stati Uniti, passando per le tornate nazionali. Insomma, le urne saranno a dir poco affollate. E per la prima volta giocherà un ruolo chiave la tanto discussa Intelligenza Artificiale (IA), con gli Usa che faranno come sempre da apripista, anticipando i tempi. Anche nel Vecchio Continente, però, ci saranno novità: nei prossimi 12 mesi entrerà in vigore appieno la prima legge Ue sui servizi digitali, con la piattaforma X (ex Twitter) che rischia già pesanti sanzioni per aver agevolato la disinformazione nell’etere. La sensazione è che l’intelligenza artificiale stia facendo venire al pettine nodi formatisi da tempo, dal boom dei social network. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiegato da Alessandro Longo sulle pagine de L’Espresso, l’IA amplifica i problemi e diventa, allo stesso tempo, la punta dell’iceberg. Prendere, per esempio, le elezioni americane e le loro recenti follie: i candidati Donald Trump e Ron DeSantis, di opposte fazioni, hanno clonato grazie all’intelligenza artificiale la voce del rivale, per metterlo in cattiva luce. Il tutto senza nemmeno avvisare gli utenti di quanto fatto. (Continua a leggere dopo la foto)

Alcuni analisti Ue hanno da tempo lanciato l’allarme sul comportamento di Cina e Russia, che a loro volta sarebbero impegnate nella diffusione di fake news che sfruttano l’IA per creare confusione e fare propaganda a loro vantaggio. L’Europa introdurrà a tal proposito un regolamento per imporre trasparenza e norme ferree sull’uso dell’intelligenza artificiale, ma le nuove leggi arriveranno troppo tardi per poter governare gli algoritmi virtuali durante le imminenti campagne elettorali. (Continua a leggere dopo la foto)

I tanti regolamenti in arrivo (anche gli Usa ne hanno introdotto uno, a seguito delle recenti polemiche) secondo gli esperti potrebbero però non bastare. Il politologo Alessandro Chiaramonte ha spiegato a L’Espresso: “Sarà difficile allo stesso tempo intervenire sull’IA e continuare a tutelare la libertà di espressione degli utenti. Sarà necessario un investimento culturale sulla reputazione delle fonti di informazione. Bisogna sostenere quelle che sposano i valori di un’informazione lenta, verificata, accurata”.

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