Il partito del Mes non è scomparso come qualcuno, dalle parti dei Cinque Stelle, vorrebbe far credere. Anzi. Dopo l’ultima tornata elettorale che ha visto il Movimento bastonato più o meno in tutta Italia, è tornato alla ribalta più forte che mai, convinto che il governo, ormai a chiara trazione Pd, accetterà presto i soldi del Fondo Salva-Stati, legando in maniera ancora più indissolubile la nostra economia agli umori di Bruxelles. Tra i sostenitori dell’adesione anche Ignazio Visco, che dal Forum dell’Economia ha spiegato: “Non vedo problemi di stigma per il Paese che ricorre a questi fondi, lo stigma può esserci solo se si fa un cattivo uso di queste risorse e se si comunica male come vengono utilizzate”.
Secondo il governatore di Bankitalia, intervenuto durante la kermesse in scena a Trento, i 37 miliardi di prestiti del Mes sono un’occasione da non perdere, senza stare troppo a pensare alle condizionalità che l’Ue finirebbe per imporci, anzi. Dopo la pandemia, lo strumento non è più quello di prima e non c’è motivo di non fidarsi: “Ora il contesto è diverso e vedo solo vantaggi dal punto di vista economico” è l’opinione di Visco.
Il governatore della Banca d’Italia ha poi sottolineato come la governance del Mes è affidata ai ministri delle Finanze dell’Unione e che anche il Consiglio europeo può contribuire a mettere meglio in luce che questi finanziamenti non determinano conseguenze per gli Stati: “È un programma di scopo per le spese sanitarie e non ci sono condizionalità come nei programmi tradizionali. In questo caso non c’è la Troika”.
Il governatore ha poi sottolineato l’importanza delle prossime emissioni di bond europei per finanziare il Recovery Fund: “Le risorse del programma Next Generation EU – ha affermato – possono contribuire a trasformare il contesto economico e sociale, accelerando le transizioni digitale e ambientale. Per l’Italia è anche un’occasione da non sprecare per finanziare il disegno e l’attuazione di riforme che mirino a scardinare le difficoltà della nostra economia, che si manifestano nel ristagno della produttività che dura da tre decenni”. L’Italia, insomma, non ha nulla da temere dall’Europa. Parola di Ignazio Visco.
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