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“Non sappiamo fino a che punto, ma è molto meno”. L’allarme lanciato dal Premier israeliano sui vaccini

Pubblicato il 19/07/2021 11:18 - Aggiornato il 19/07/2021 11:36


Ricordate che all’inizio delle campagne di vaccinazione condotte all’estero, uno tra i Paesi che si era distinto più degli altri per velocità è stato Israele insieme al Regno Unito? Ad oggi risulta che “più di 5,7 milioni di israeliani che hanno ricevuto almeno un’iniezione del vaccino Pfizer”. (Continua dopo la foto)

Ebbene solo qualche giorno fa (17 luglio) il Jerusalem Post riporta le significative parole del primo ministro Naftali Bennettsi rivolte al governo durante una riunione indetta per discutere i prossimi passi per la gestione del virus alla luce del recente aumento del numero dei casi. Secondo il rapporto del sabato sera del ministero della Salute il numero più alto di casi di coronavirus in quasi quattro mesi è stato diagnosticato venerdì con 1.118 persone positive.

La preoccupazione del Primo Ministro è rivolta all’efficacia del vaccino che “contro la variante Delta è più debole di quanto sperassero i funzionari sanitari”. “Oltre 1.000 persone sono risultate positive al Coronavirus e più paesi sono stati aggiunti all’elenco dei luoghi in cui gli israeliani non potranno viaggiare”.

Non nasconde i suoi dubbi Bennet, che afferma: “Non sappiamo esattamente fino a che punto il vaccino aiuti, ma è significativamente inferiore”. Il recente aumento del numero di casi in Israele viene descritto dal ministro come “la mutazione Delta che fa un balzo in avanti in tutto il mondo, anche in paesi vaccinati come la Gran Bretagna, Israele e Stati Uniti”. (Continua dopo la foto)

Il ministro ha aggiunto: “In Gran Bretagna, negli ultimi giorni, abbiamo assistito a un aumento del numero di bambini che vengono ricoverati in ospedale su base giornaliera. Questo è uno sviluppo di cui siamo consapevoli; lo stiamo affrontando in modo razionale e responsabile”.

I dati lasciano presagire che “il Covid-19 si sta diffondendo di nuovo”. “Al momento è stato vaccinato circa il 60% dei pazienti in gravi condizioni”, si legge su Jerusalem Post. Inoltre, secondo i ricercatori dell’Università Ebraica, “circa il 90% dei nuovi contagiati di età superiore ai 50 anni è completamente vaccinato”.

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