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“Ustica, cosa è successo davvero”. Il racconto del super-testimone: “I due caccia francesi…”

Pubblicato il 07/09/2023 10:09

Un caso tornato di stretta attualità, quello della strage di Ustica, dopo le rivelazioni di Giuliano Amato sulle responsabilità francesi nella tragedia. E che continua a far discutere, tra affermazioni e smentite che si susseguono ormai a ritmo quotidiano. L’Huffington Post ha riportato in queste ore le dichiarazioni fatte ad Andrea Purgatori da Giuseppe Dioguardi, che oggi ha 53 anni e che, alla scadenza del nullaosta di segretezza, è stato ascoltato dai magistrati della procura di Roma che indagano sull’accaduto. Una parte dell’interrogatorio è ancora secretata, ma il maresciallo ha deciso comunque di raccontare quello che sa alla testata: “Fu all’inizio degli anni Ottanta. Una domenica in cui giocava l’Italia. Partii da Roma armato, con una scorta armata, e questo documento classificato segretissimo nella cartella. (Continua a leggere dopo la foto)
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Si trattava di “una relazione completa sulla strage di Ustica che doveva essere controfirmata dal ministro della Difesa Giovanni Spadolini e trasmessa urgentemente al presidente del Consiglio Bettino Craxi”. Un documento di setto o otto pagine, il resconto di quanto accaduto quella sera con allegate le carte del Sismi: “Si parlava di due Mirage, di un Tomcat, si parlava del Mig. Mi resi subito conto che quello che c’era scritto non gli piaceva, scuoteva la testa. A un certo punto sbattè un pugno sulla scrivania”. (Continua a leggere dopo la foto)

Dioguardi si trovava nella sala operativa della Prima regione aerea di Milano in quegli istanti drammatici: “C’’’era molta tensione. E appena l’ufficiale di servizio comunicò quello che stava succedendo al comandante della Regione aerea, che all’epoca era il generale Mura, il Centro operativo dello Stato Maggiore da Roma alzò il livello d’allarme al grado più alto in tutte le basi italiane. Quel tipo di allarme scatta solo se c’è un pericolo concreto per il Paese. Il generale Mura chiese a chi non era in servizio di uscire dalla stanza. Il giorno dopo mi disse di stare calmo, che purtroppo erano situazioni che potevano capitare”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Dioguardi, già nelle ore precedenti era stato lanciato un allarme, visto due piloti avevano incrociato il DC9 tra Firenze e Bologna notando qualcosa che si muoveva attorno al velivolo civile. “Nelle relazioni si parla di due Mirage, e all’epoca quei caccia li avevano solo i francesi”. Parole che sembrano andare nella direzione già tracciata (e poi ritrattata a sorpresa) da Amato: due caccia francesi potrebbero aver violato lo spazio aereo italiano, all’inseguimento di un Mig sul quale pensavano ci fosse il leader libico Gheddafi. Il mezzo si sarebbe nascosto sotto la pancia del DC9 italiano: i missili transalpini avrebbero così causato la strage.

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