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“Emanuela Orlandi, la verità è in qui fascicoli”. L’appello del fratello Pietro al governo: svolta in arrivo?

Pubblicato il 07/09/2023 08:32

Tre fascicoli custoditi dai servizi segreti e che potrebbero aiutare a far luce sulla sorte di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa il 22 giugno 1983 a Roma e della quale non si è mai saputo più nulla. Documenti che ora la famiglia della giovane (che oggi avrebbe 55 anni) chiede a gran voce nel tentativo di arrivare, finalmente, alla verità, rivolgendosi direttamente al sottosegretario con delega ai Servizi segreti Alfredo Mantovano. Nello specifico è stato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ad auspicare l’accesso dei parenti al dossier dell’intelligence realizzato poco dopo il rapimento. (Continua a leggere dopo la foto)
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A novembre scorso, la testata Repubblica aveva dato notizia dell’esistenza di tre faldoni di documenti custoditi negli uffici del Sismi, il Servizio per le informazioni e la sicurezza militare. I dossier si troverebbero negli uffici al secondo piano, nella stanza 212. (Continua a leggere dopo la foto)

Quel materiale, dal titolo “Caso Orlandi“, era stato sottoposto a sequestro da parte dei carabinieri di via in Selci nel 1993 secondo la richiesta del giudice istruttore dell’epoca, Rosario Priore, che aveva individuato un’iniziativa autonoma da parte del Sismi in merito alla scomparsa della ragazza. Si era trattato di un sequestro in loco, visto che i servizi segreti avevano messo a disposizione il materiale chiedendo però che non fosse portato via dagli uffici. (Continua a leggere dopo la foto)

emanuela orlandi fascicoli

Secondo Repubblica, il dossier conterrebbe dati molto riservati e collegamenti con altre intelligence. “Tale documentazione — ha scritto in queste ore l’avvocato Laura Sgrò che assiste Pietro Orlandi — non è mai confluita nei fascicoli relativi alle inchieste svolte dalla Procura di Roma di cui gli Orlandi hanno estratto copia integrale e pertanto la famiglia non ne ha mai potuto prendere visione”.

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