Con l’avvento di Draghi, come prevedibile, sono cominciati i saldi: i nostri beni vengono svenduti all’estero e nessuno interviene, anzi, il governo fa di tutto per peggiorare la situazione. Assistiamo alla continua cessione del nostro patrimonio culturale, gastronomico, enologico in mani straniere. L’ultimo episodio impressiona per l’importanza del marchio: un pezzo di Chianti è stato appena venduto a un grande gruppo Francese. Quel che succede ha una regia chiara con un obiettivo altrettanto chiaro: le piccole imprese italiane sono un’anomalia il loro numero va drasticamente ridotto. Non si tratta di mie supposizioni, ma di dichiarazioni targate BCE, confermate da Mario Draghi e, nei giorni scorsi, persino dal segretario della CGIL Landini. Si fa di tutto per mandare in crisi le micro imprese per sostituirle con le multinazionali, come più volte documentato e denunciato da Mio Italia, con la scusa che “solo le mutinazionali possono creare posti di lavoro”.
E’ una bugia: con l’avvento delle multinazionali si disperderà il nostro patrimonio di tradizioni e andremo incontro a un’omologazione che ci priverà della nostra anima. Provate a pensare se dall’Italia provassimo ad acquistare un pezzo di Loira. Non accadrà mai, perché il vino per i francesi è cultura e guai a chi gliela tocca; hanno ben chiaro che difendere la cultura vuol dire difendere il sistema economico e con esso il lavoro. Difendere la cultura identitaria vuol dire difendere l’economia, i posti di lavoro, le famiglie e i lavoratori. Ma a Draghi dei cittadini italiani non interessa, lui è qui con un altro, evidente scopo: svendere l’Italia in mani straniere. (Raniero Albanesi, Direttore Generale di Mio Italia)