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Un Paese senza più un futuro: l’Italia è al minimo storico di nascite

Pubblicato il 13/07/2020 15:12

Il futuro dell’Italia sembra sempre meno roseo, col passare delle settimane e con l’accentuarsi di una crisi senza precedenti. Con il governo che, spaccato tra le sue mille anime, continua a tentennare nell’affrontare l’emergenza e i numeri che si fanno, di contro, drammatici: a fotografare la situazione dell’Italia è l’Istat, che parla di un’allarmante diminuzione delle nascite. Fenomeno in realtà già evidente prima che la pandemia iniziasse a spaventare il mondo e che però proprio da quest’ultima sarà probabilmente accentuato nei prossimi mesi, con le statistiche che probabilmente andranno addirittura peggiorando.

Un Paese senza più un futuro: l'Italia è al minimo storico di nascite

Stando alle cifre del Bilancio demografico nazionale 2019, siamo attualmente al nuovo minimo storico di nascite dall’unità d’Italia. Il calo (-4,5%) è di oltre 19 mila unità rispetto al 2018, con un totale di 420.170 bambini iscritti all’anagrafe. In crescita, invece, il numero di cittadini cancellati dalle anagrafiche perché nel frattempo emigrati all’estero: in totale sono state 182.15 le richieste in questa direzione. Al 31 dicembre 2019, la popolazione residente in Italia è così inferiore di quasi 189 mila unità (188.721) rispetto all’inizio dell’anno.

Un Paese senza più un futuro: l'Italia è al minimo storico di nascite

Un declino ormai persistente e che conferma un triste trend iniziato nel 2015: nel giro di cinque anni, i residenti nello Stivale sono diminuiti di circa 551 mila unità. Per quanto riguarda la ripartizione geografica della popolazione, il 2019 ha mostrato dati simili al passato: le aree più popolose del Paese si confermano il Nord-ovest (dove risiede il 26,7% della popolazione complessiva) e il Sud (23,0%), seguite dal Centro (19,9%), dal Nord-est (19,4%) e infine dalle Isole (11,0%). Il decremento di popolazione coinvolge tutte le ripartizioni: nel Nord-ovest e nel Nord-est è contenuto (rispettivamente -0,06% e -0,03% rispetto a inizio anno), mentre i maggiori decrementi, sopra la variazione media nazionale (-0,31%), si rilevano nelle Isole (-0,70%) e al Sud (-0,63%).

Un Paese senza più un futuro: l'Italia è al minimo storico di nascite

In calo anche il numero di stranieri in arrivo nel nostro Paese (-8,6%), con il primato di residenze che va alle regioni del Nord-ovest con 1.792.105 residenti di cittadinanza straniera, pari a oltre un terzo (33,8%) del totale. Si conferma, nel complesso, la tendenza sempre più multietnica del Paese: al 31 dicembre dello scorso anno si contano in Italia 194 differenti cittadinanze, quasi 50 con almeno 10 mila residenti. La graduatoria delle prime cinque cittadinanze resta stabile nel tempo, con le cittadinanze romena (1 milione 208 mila), albanese (441 mila), marocchina (432 mila), cinese (305 mila) e ucraina (240 mila) a rappresentare da sole quasi il 50% del totale degli stranieri residenti.

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