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Un governo senza Speranza! Il ministro scrive un libro: “Non saremo impreparati questa volta”

Pubblicato il 23/10/2020 15:39 - Aggiornato il 24/10/2020 00:22

Trattasi di un clamoroso autogol del ministro della Salute -da alcuni definito in rete ‘minestrello di cantastorie’-, che viene smentito dalle sue stesse previsioni. 

Roberto Speranza durante l’estate ha scritto un libro dal titolo “Perché guariremo. Dai giorni più duri a una nuova idea di salute”, dove si affrontano, appunto, i temi della guarigione e della sconfitta del Virus. L’‘opera letteraria’ -di ‘evidente spessore’- “sarebbe dovuta uscire ieri, ma non si trova da nessuna parte”, si legge su Il Foglio. E alla richiesta della redazione di ottenere maggiori informazioni in merito, è stato risposto dalla Feltrinelli, casa editrice che se n’è occupata, “Ci scusi, Non sappiamo se uscirà più avanti o mai più, per ora no”.

Ergo“scaffali vuoti”. Inutile girarci attorno, è facile intuire quali siano le motivazioni per le quali il libro non si trovi in giro. Basta leggere lo stesso titolo oppure le tante considerazioni e valutazioni di cui il libro è tempestato, per capire. Valutazioni  che alla luce di quanto sta succedendo rappresentano per il ministro un clamoroso autogol, come la frase che recita: “Questa volta non saremo impreparati”.

Tralasciando il fatto che nel libro si tratta l’argomento facendo riferimento “alla situazione dell’estate, quando i contagi erano ai minimi”, già solo il fatto che Speranza abbia avuto modo di scrivere un libro, la dice lunga sul tempo a disposizione che il ministro -della Salute- ha avuto nonostante ci trovassimo a livello mondiale nel bel mezzo di una situazione di epidemia. 

Il ministro lo scrive chiaramente: “Nessuno potrà dire non lo sapevo. La prova che abbiamo attraversato fa cadere tutti gli alibi. Ogni volta che una scelta è rinviata o non presa è perchè si sceglie di non decidere. ll Parlamento democraticamente eletto attraverso il voto popolare dà la fiducia al governo. Il governo deve governare. Ha l’obbligo di assumersi le sue responsabilità. Non ci sono scuse”.