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“Un dovere morale”. Religione? No, è la “scienza” secondo Rezza. Non crederete ai vostri occhi

Pubblicato il 12/04/2022 20:37

Tra un virologo ed un consulente, le opinioni contrastanti sulle misure restrittive ultimamente si sprecano. Mai come oggi, infatti, gli “esperti” si sono trovati in disaccordo su più fronti, dalla quarta dose all’utilizzo delle mascherine. C’è chi dice che i dispositivi di protezione individuale non servano più, mentre c’è chi sostiene che sia una follia toglierle di mezzo. Per Gianni Rezza la mascherina, non solo è necessaria, è addirittura un “dovere morale”.
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Il nuovo “dovere morale”

Nonostante lo stato d’emergenza sia volto al termine, nonostante i morti diminuiscano progressivamente e nonostante malattia sia molto meno grave rispetto a prima, sono ancora diversi gli esperti che ci ammorbano con le loro parternali sul mantenimento delle misure restrittive. Gianni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute, è uno di quelli. Durante la conferenza stampa sulla prosecuzione della campagna vaccinale e sulla somministrazione della seconda dose di richiamo, infatti, l’epidemiologo non ha mostrato alcun dubbio nel rispondere ad una domanda sulle odiate mascherine: «Utilizzare la mascherina in un luogo chiuso può rappresentare un dovere morale e un sano diritto per chi vuole proteggersi. È chiaro che in caso di contatti ravvicinati in un luogo pubblico potrebbe essere opportuno continuare ad indossarla anche indipendentemente dagli obblighi che deciderà la politica».
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Maggior infezione ma ospedali vuoti

Il dirigente dell’Istituto Superiore di Sanità ha poi spiegato che «La situazione epidemiologica, sebbene nella scorsa settimana abbiamo assistito ad una lieve inversione di tendenza, non è ancora ottimale, c’è una elevata velocità di circolazione virale e l’incidenza è ancora relativamente elevata. Viaggiamo, infatti, tra i 60 e i 70mila casi al giorno», ha proseguito Rezza. «La maggior parte di questi casi è dovuto dalla variante omicron, con omicron 2 che sta ormai diventando largamente predominante. In Italia c’è anche una circolazione di intensità molto bassa di ricombinanti come Xe o Xj, casi sporadici che per ora non pongono particolare condizione d’allarme, perché si tratta di ceppi appartenenti alla variante omicron». L’epidemiologo ha poi sottolineato che «A fronte di una incidenza di infezione elevata gli indicatori relativi all’occupazione dei posti letto ospedalieri, sia in area medica che in terapia intensiva, sono confortanti. Fortunatamente non abbiamo una congestione delle strutture sanitarie».
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Spingere sui vaccini anche d’estate

Rezza a poi concluso con la classica sviolinata su come sia necessario «rafforzare il messaggio» sia riguardo a «completare la copertura vaccinale dei cittadini con la terza dose di vaccino anti Covid sia per il completamento delle seconde dosi booster nelle persone immunodepresse», promuovendo «uno sforzo collettivo che impegni sia i medici di medicina generale, sia, per gli immunodepressi, gli specialisti».
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Cosa ci aspetterà?

Benché la situazione pandemia continui a migliorare un po’ ovunque (Cina esclusa ma lei fa storia a sé), in Italia le “vedove” delle restrizioni continuano a suonare la carica a tambur battente. Questo nonostante le terapie intensive dedicate al covid restino stabilmente sotto la soglia del 5%. Ne sarà felice l’ipocondriaco Speranza. Chissà cosa ci aspetterà dal prossimo autunno… Si accettano scommesse.

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