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Tutti indagati! Vaccini, si muove la Procura e Ursula e la sua cricca ora rischiano grosso. La situazione

Pubblicato il 16/10/2022 12:01 - Aggiornato il 16/10/2022 14:16

Era ora, è dall’inizio che la redazione de ilparagone.it, il leader di Italexit Gianluigi Paragone e molti cittadini che sono rimasti fedeli ai valori di libertà, avevano denunciato la grave mancanza di trasparenza! Tutti facevano spallucce e non erano minimamente interessati a cosa poteva nascondersi dietro. Eppure si trattava di ingenti somme di denaro pubblico e della salute dei cittadini. Non solo i negoziati tra le case farmaceutiche e i rappresentanti della Commissione europea, nel buio sono rimasti anche moltissimi altri dati e informazioni importanti sulla natura e composizione dei sieri. Sul sito Europatoday.it si legge che la Procura europea ha deciso finalmente di aprire un’indagine sugli acquisti dei vaccini contro il Covid 19 da parte dell’Ue. Ricordiamo che la Procura europea, per lo meno ufficialmente, dovrebbe essere un organismo indipendente dell’Ue, responsabile delle indagini e del perseguimento dei reati finanziari, tra cui la frode, il riciclaggio di denaro e la corruzione. (Continua dopo la foto)



“La conferma dell’apertura delle indagini arriva dopo un interesse pubblico estremamente elevato” sul tema, si legge in un comunicato diffuso dalla Procura, che ha preferito non fornire maggiori dettagli sulle indagini in corso.

Sui negoziati si è saputo solamente che Ursula von der Leyen e l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, avevano trattato tramite “chiamate ed sms” una fornitura di 1,8 miliardi di dosi di vaccino anti-Covid. Tra gli altri, un giornalista di nome Alexander Fanta aveva richiesto l’accesso pubblico ai messaggi di testo scambiati, ma la Commissione, rispondendo al cronista, dapprima non offrì alcun chiarimento sugli sms, poi ha affermato di non essere in grado di trovare gli sms. Infine, ricordiamo che Bourla ha preferito non partecipare a un’audizione davanti alla commissione parlamentare sul Covid-19. Invitato a rispondere alle domande degli eurodeputati, Bourla ha fatto sapere che non si sarebbe presentato. Al suo posto ha partecipato Janine Small, presidente dei mercati internazionali di Pfizer. Dovrebbe essere stata questa mossa a far infuriare diversi europarlamentari. (Continua dopo la foto)



Quante volte ci siamo sentiti accusati e denigrati da chi sosteneva la propaganda del mainstream quando sollevavamo certe obiezioni e sottolineavamo la gravità della mancanza di trasparenza e dei documenti che venivano secretati? Per screditarci, in maniera superficiale e subdola, ci appiccicavano l’etichetta di No Vax, violenti e aggressivi. Eppure, il tempo -si spera- porta tutte le bugie a galla, o in questo caso le malefatte.