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“La truffa dei respiratori Covid”. Il servizio choc a Fuori dal Coro: “Dove sono finiti i soldi degli italiani” (VIDEO)

Pubblicato il 02/11/2023 08:29 - Aggiornato il 03/11/2023 09:37

Macchinari che erano stati presentati come indispensabili per affrontare l’emergenza Covid. Pagati profumatamente e in tutta fretta, in piena pandemia. E mai effettivamente arrivati nelle strutture. L’ennesima follia andata in scena durante i mesi in cui il virus stava spaventando il mondo è stata svelata da Marianna Canè in un servizio mandato in onda da Fuori dal Coro, il programma condotto da Mario Giordano su Rete 4. La giornalista ha interpellato in merito Marco Serventi, amministratore delegato di Pbl srl, azienda con sede a Parma che ha intascato 770 mila euro per la produzione di respiratori polmonari durante la pandemia. Chiedendo: “Ma questi respiratori noi li possiamo vedere?”. La risposta, ovviamente, è stata negativa. (Continua a leggere dopo la foto)
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I respiratori erano stati pagati, si badi bene, con soldi pubblici, quelli stanziati dal governo a marzo 2020 per permettere alle aziende di produrre quei macchinari considerati necessari per combattere l’emergenza Covid. “Peccato però – ha spiegato Marianna Canè – che quando la Guardia di Finanza è venuta qui a Parma per cercare questi respiratori, ne ha trovato soltanto uno”. (Continua a leggere dopo la foto)

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“La truffa dei respiratori Covid”. Il servizio choc a Fuori dal Coro

Secondo la Finanza, insomma, i magazzini erano vuoti ad eccezione di un esemplare usato dall’azienda per fare pubblicità in tv. E pensare che Pbl slr ne aveva promessi, invece, circa 600 in un mese, una produzione a ritmo record per cercare di mettere a disposizione dei malati di Covid uno strumento considerato preziosissimo. Ma dove sono finiti quei 770 mila euro dati dallo Stato all’azienda? La risposta della giornalista è stata tanto semplice quanto sconcertante. (Continua a leggere dopo la foto)

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“Stando a quanto emerso dalle indagini della Finanza – ha spiegato Marianna Canè a Fuori dal Coro – i magazzini erano vuoti. La società, con tutti quei soldi, avrebbe invece provveduto alla ristrutturazione della sede aziendale”, oltre ad altre spese decisamente non in linea con la lotta al Covid. L’azienda, come spiegato dal programma Mediaset, rischia ora di dover rispondere di truffa aggravata ai danni dello Stato.

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