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Svizzera: la curva dei contagi scende mentre si continua a sciare. Il duro colpo al settore italiano

Pubblicato il 25/02/2021 11:48

In Gran Bretagna tutti coloro che ne hanno fatto richiesta hanno potuto fare la vaccinazione. In Europa e (conseguentemente) in Italia, si sa che le questioni sono gestite in una certa maniera, il fallimento per il piano vaccinale è oramai chiaro a tutti. Contratti segreti e forti rallentamenti accumulati. E menomale che gli euroinomani, per proteggere e rinforzare le catene della loro gabbia, avevano previsto che proprio la Brexit li avrebbe resi deboli e isolati.

Accade però anche, che in Svizzera, mentre in Italia hanno deciso di gettare ancora benzina sul fuoco per incenerire quel poco rimasto, gli “impianti sciistici sono aperti e la curva dei contagi scende”, si legge su neveitalia.it.

Magia? No, semplicemente è chiaro che in Italia il lavoro di alcuni viene dopo qualsiasi cosa. In Italia si nobilitano solo certe realtà: quelle delle multinazionali, quelle delle grandi case farmaceutiche, quelle dei soliti noti a cui i signori di Palazzo con i poteri si prestano con favoritismi e grandi regali.

Il resto? Tutto di contorno, un contorno da spegnere e silenziare di volta in volta. Come è possibile che dopo un anno la situazione sia ancora questa? Le imprese che strutturano le diverse categorie restano in ginocchio e nulla è stato fatto per portare sostegno concreto ai danni che loro hanno deciso di procurare.

Esattamente quanto è accaduto e continua ad accadere ad esempio per gli impianti sciistici, che sono stati manganellati duramente e all’ultimo momento. Inutili e assolutamente inascoltati tutti gli allarmi lanciati dagli operatori del settore: “Siamo in ginocchio, migliaia di prenotazioni buttate“.

Ovviamente le Regioni in zona gialla si erano organizzate per attuare un protocollo di sicurezza e ingaggiare personale adeguato, “ma si rispegne una macchina che si era messa in moto nel rispetto delle regole”, ha commentato il coordinatore della Commissione speciale Turismo ed Industria alberghiera della Conferenza delle Regioni, Daniele D’Amario. Si rispegne per nulla, perchè la Svizzera sembrerebbe dimostrare che nel rispetto di regole e distanze sia possibile ciò che a noi viene negato.

Oltretutto è evidente che nel nostro Paese sia completamente sottovalutato il valore dello sport in generale e dell’attività fisica all’aria aperta. Importantissimi strumenti per mantenere un sano e corretto stile di vita, che diciamolo pure, dopo un anno di chiusure, soprattutto sotto il punto di vista psicologico, è stato minato.