In una fase di transizione che vede gli italiani attendere l’arrivo della prossima tornata elettorale per scegliere un nuovo governo, l’Agenzia delle Entrate ne approfitta per intervenire a gamba tesa. Soffocando cittadini già alle prese con il caldo asfissiante di queste settimane, accompagnato anche dalle azioni esecutive di pignoramento per conti correnti, stipendi e crediti commerciali. Il tutto mentre, di contro, la riforma fiscale è rimasta arenata.
Il Giornale ha raccolto la testimonianza del commercialista Gianluca Timpone, che ha lanciato l’allarme sul famigerato Superbonus 110%: “Il problema è che alcune circolari dell’Agenzia come la famigerata 23/E prevalgono sulla legge stessa, sconfessandone la natura. Nei sei indici di controllo che dovrebbero stabilire se un credito acquistato è buono (e quindi bancabile) o cattivo ci sono due passaggi singolari: uno sulla assenza di documentazione e quello relativo all’incoerenza reddituale e patrimoniale del committente rispetto all’importo dei lavori”.
L’interpretazione delle Entrate, però, arrivata 2 anni dopo la legge, sarebbe errata perché non contempla alcun obbligo di documentazione, ma solo l’asseverazione di un tecnico: “Quanto all’incoerenza reddituale anche qui l’Agenzia incorre in errore perché in caso di cessione del credito con sconto in fattura 100% nessun esborso era previsto”. Insomma, una circolare interpretativa ha sconfessato una norma e mandato nel panico i contribuenti.
“Non si possono cambiare le regole del gioco a partita già iniziata». I 33 miliardi stanziati fino al 2026 sono già stati spesi, tentare di recuperare alcune risorse con interpretazioni scellerate porterà al collasso delle imprese, già oggi a rischio collasso” ha sentenziato Timpone. Anche perché provare a schierarsi contro il Fisco porta guai a non finire, come testimoniato al Giornale dall’avvocato Claudio Defilippi: “Viene cancellato il diritto ai ricorsi, con costi abnormi stabiliti non da una legge ma da una circolare del ministero delle Finanze”.
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