Non c’è soltanto il rincaro dei carburanti e il rischio di un inverno particolarmente difficile sotto il profilo degli approvvigionamenti energetici, a spavantare gli italiani. Il recente rialzo dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea potrebbe infatti avere delle conseguenze poco piacevoli su diversi fronti, uno dei quali potrebbe riguardare mutui che in prospettiva potrebbero farsi sempre più cari. Non propiro la notizia che ci aspettavano, in un momento di difficoltà su tanti fronti.
Come spiegato dal Corriere della Sera, la stangata potrebbe non essere però generale ma concentrarsi su pochi mutui variabili indicizzati al tasso Bce: si tratterebbe di “prodotti che, a parità di spread, tutte le banche sono tenute a offrire in opzione ai prodotti parametrati a Euribor ma che hanno riscosso scarso interesse”.
Meno diretto, invece, il legame tra i mutui legati a Euribor e le decisioni prese di recente dall’Unione Europea: “L’Euribor a 1 mese, infatti, dal primo luglio a ieri è salito da -0,51 a -0,26 per cento. Su un mutuo da 200 mila euro a 30 anni per ogni 25 centesimi di punto l’aumento della rata è di circa 24 euro al mese (e quindi 48 se l’Euribor assorbisse tutti i 50 centesimi di rialzo); a 20 anni l’aumento è di 18 euro ogni 25 centesimi”.
In ogni caso, nonostante l’aumento, i tassi variabili continuano a costare meno di quelli a tasso fisso. Come spiegato dal Corriere “nella media delle offerte a 20 anni il fisso si situa a 3,10 per cento contro lo 0,97 del variabile; a 30 anni il fisso è al 3,08 contro l’1,08 del variabile. Traducendo queste cifre in rate mensili per il mutuo da 200 mila euro del nostro esempio significa che a 20 anni per il variabile si spenderebbero 920 euro contro 1120 euro del fisso, a 30 anni 630 euro a variabile a fronte di 851 del fisso”.
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