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Superbonus 110%, arriva la beffa: la decisione del governo che fa infuriare imprese e cittadini

Pubblicato il 12/07/2022 09:11

C’era attesa per le nuove decisioni del governo sul fronte Superbonus 110%, nella speranza che si arrivasse allo sblocco totale del mercato delle cessioni. Così, invece, non sarà, visto che le norme partorite dall’esecutivo Draghi, che consentono di trasferire i bonus a tutte le partite Iva, in assenza di modifiche normative o di chiarimenti interpretativi, si applicheranno solo alle comunicazioni inviate dallo scorso primo maggio. Chi si aspettava una rapida semplificazione, insomma, non potrà far altro che rassegnarsi.

Come spiegato dal Sole 24 Ore, sono stati gli stessi tecnici della Camera a dare conferma del pasticcio: dando un’occhiata al dossier di approfondimento sul 110% redatto dal Servizio studi di Montecitorio e recentemente aggiornato, ecco infatti che a pagina 15 si ricorda come il decreto Aiuti “è intervenuto nuovamente sulla disciplina della cessione del credito, stabilendo che alle banche, ovvero alle società appartenenti ad un gruppo bancario è sempre consentita la cessione a favore di soggetti diversi dai consumatori o utenti (ovvero da persone fisiche che agiscono per scopi estranei all’attività imprenditoriale, commerciale, artigianale o professionale)”.

Stando al documento, a seguito delle nuove modifiche “per le banche è possibile cedere il credito a tutti i soggetti loro clienti quindi a società, professionisti e partite Iva (con la sola eccezione dei consumatori)”. C’è però un limite: “L’articolo 57, comma 3 del decreto legge n. 50 precisa inoltre che le nuove norme in materia di cedibilità del credito si applicano alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’agenzia delle Entrate a partire dal 1° maggio 2022”.

Altra modifica attesa e poi dimenticata alla Camera è quella sulla responsabilità dei cessionari. L’agenzia delle Entrate ha pubblicato una circolare nella quale si sottolinea come chi acquista i crediti, nell’effettuare i controlli, debba avere una diligenza conforme al suo grado di professionalità. Altrimenti, può essere chiamato a rispondere “in solido”. Perno delle nuove regole sulle cessioni alle partite Iva è quindi la qualificazione degli acquirenti, che non devono essere consumatori. Tra le proposte di modifica si pensa a una dichiarazione rilasciata dall’intermediario finanziario, nella quale si dà atto dei controlli effettuati liberando così chi compra dall’onere. Al momento, però, tutto è rimasto fermo.

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