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Stralcio delle cartelle, la beffa del decreto sostegni

Pubblicato il 21/03/2021 16:55

Stralcio delle cartelle fino a 5.000 euro il cui accesso è riservato solo i contribuenti con redditi fino a 30.000 euro e in relazione ai carichi affidati all’agente della riscossione tra il 2000 ed il 2010. 

La propaganda della (dis)informazione nazionale, a Reti ed edicole quasi unificate, enfatizza un provvedimento che nasconde, invece, una trappola ben confezionata contro i contribuenti.

Le cartelle di cui al provvedimento altro non sono, nella stragrande maggioranza, che crediti dello Stato oramai ampiamente prescritti.

Allo stralcio dei debiti si affianca inoltre la definizione agevolata degli avvisi bonari, circoscritta alle partite IVA che hanno subito un calo di volume d’affari pari almeno al 30 per cento nel 2020 rispetto al 2019.

Inoltre è stata introdotta la norma che consente il rinvio delle rate della pace fiscale.

Per potere accedere allo stralcio i contribuenti dovranno essere fra coloro che hanno redditi dichiarati non superiori a 30.000 euro nel 2019. 

La verità è che lo Stralcio delle cartelle più che essere un beneficio in favore dei contribuenti è uno smaltimento a vantaggio dello Stato di crediti non più incassabili perché ampiamente prescritti.

Secondo i dati forniti dal Direttore Ruffini, ammontano a 955 miliardi di euro i debiti nel magazzino dell’AdER. 

Sono 17,4 milioni i contribuenti italiani che hanno un conto aperto con il Fisco, ma circa il 40 per cento delle somme è difficilmente recuperabile, in quanto si tratta di somme dovute da soggetti falliti, deceduti, imprese cessate o nullatenenti.

Le affermazioni di Ruffini sono (sarebbero) scandalose in un Paese civile. I (finti) crediti vantati dallo Stato nei confronti di soggetti falliti, deceduti, e/o dalle imprese cessate avrebbero dovute essere cancellate d’ufficio, senza la necessità di ricorrere ad un provvedimento avente forza di legge.

Il vero obiettivo è quello di giungere alla cancellazione automatica dei crediti non più esigibili, perché credito estinto per intervenuta prescrizione.