Prima il supercommissario Arcuri dice con tono perentorio “vaccineremo l’intera popolazione”, poi arriva a fare il coro il viceministro alla Sanità Pierpaolo Sileri, il quale aggiunge – in un’intervista a RadioRadio – che “se le persone non vorranno fare il vaccino ricorreremo a forme di obbligatorietà”. Ma la diffidenza e il sospetto da parte dei cittadini, e non solo (basti pensare alle parole dei professori Gismondo e Crisanti, ad esempio), secondo il governo da cosa dipendono? È semplice: molti cittadini non si vogliono vaccinare perché non si fidano di tutte le informazioni che stanno arrivando, e l’atteggiamento del governo è totalmente irresponsabile proprio perché nega le informazioni fondamentali.
Sul fronte trasparenza, infatti, ieri in Senato è stato il senatore Gianluigi Paragone a portare in Aula la voce dei tantissimi cittadini che chiedono verità e giustizia da parte del governo sul tema vaccini. Rivolgendosi al ministro Speranza, Paragone ha detto: “Voi vi state prostrando ai colossi farmaceutici con contratti segreti. Lo stanno scrivendo tutti, da L’Espresso all’HuffingtonPost. Vi state arrendendo all’Europa, vi state prostrando alle multinazionali. Noi, ministro, vogliamo vedere quei contratti: dalla prima all’ultima riga”.
Poi ha aggiunto Paragone: “Provateci a rendere obbligatori i vaccini senza che questo Parlamento abbia prima visto quei contratti dalla prima all’ultima riga. Provateci: e vi faremo vedere una resistenza assoluta! Quest’Aula deve conoscere il contenuto di quei contratti e del rapporto stilato dall’Oms che il vostro compare Ranieri Guerra ha sfatto sparire come rivelato da Report perché rivelava che l’Italia non aveva previsto un piano pandemico”.
E ora arriva Sileri, candidamente a dire: “Serve la massima trasparenza di quelli che sono i dati su questi vaccini per far capire meglio le cos. Si parte senza l’obbligo e poi vediamo in itinere anche l’aderenza alla vaccinazione. Se poi ti trovi che le persone non vogliono farsi il vaccino perché hanno timore è chiaro che bisogna ricorrere a qualche forma di obbligatorietà”. Il governo dovrebbe prima tirare fuori i dati ed essere trasparente, poi – forse! – parlare di obbligatorietà.
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