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Si prospetta un autunno tragico. “L’Italia verso la bancarotta” avverte il famoso giornale online

Pubblicato il 30/07/2020 10:33 - Aggiornato il 30/07/2020 11:04

Tragica. Se la situazione adesso è piena di falle, con l’arrivo dell’autunno sarà pronta a peggiorare.

Le casse dello Stato sono vuote, le prime ombre del Recovery Fund non si vedranno prima di luglio e settembre del 2021, nello specifico, come confermato dal commissario dell’ UE Paolo Gentiloni, “il 70% dei fondi sarà disponibile tra 2021 e 2022, mentre la restante parte sarà allocata in tempi ancora più lontani, nel 2023”. Bisogna considerare inoltre che parliamo di uno strumento finanziario a debito senior, ciò significa che i debiti nei confronti della UE saranno prioritari rispetto al resto del debito pubblico.

Tra i problemi più urgenti, riferisce Dagospia.it, vi è il crollo della domanda. Solo la richiesta dei nostri prodotti dall’America si è contratta del 15% che vale l’1% del Pil. Per un Paese come il nostro, in cui il turismo e l’export sono tra le due fonti principali, è durissima.

E qui salta fuori un altro importante bivio, quello della proroga sul blocco dei licenziamenti. La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, vorrebbe prorogare il divieto di licenziamento fino al 31 dicembre, ma a queste condizioni, con le casse del governo vuote – il governo per farlo dovrebbe garantire una cassa integrazione di durata simile – e il crollo della domanda proveniente dal mercato -le aziende avrebbero costi troppo alti rispetto alla contrazione netta dei ricavi- la situazione è critica.

Confindustria è stata chiara con il ministro Gualtieri: “preferisci licenziare 10 persone oggi o chiudere l’impresa domani, mandandone a spasso 100?”

Un altro elemento che meriterebbe l’attenzione del Governo e che viene menzionato dal giornale on line, è la dinamica innescata e nascosta dietro lo smart working. Invece di provocare i lavoratori di un settore già stressato e portato allo stremo, con frasi che denotano solamente incapacità e arroganza, i ministri sono al corrente che il 40-50% del giro d’affari collegato a uffici e fabbriche rischia di sparire se le persone continueranno a lavorare da remoto?

La struttura su cui si poggia l’economia reale del nostro Paese è sempre più instabile e pronta a crollare. Il punto è sempre quello, riprendere la nostra sovranità e iniettare la liquidità necessaria, ma l’Italia è schiava dell’Europa e sottomessa al volere dei Paesi frugali.