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Scuola, poche idee ma confuse. Il rischio caos fa scattare lo “scaricabarile”

Pubblicato il 17/08/2020 12:06 - Aggiornato il 17/08/2020 12:09

“La scuola è la madre di tutte le battaglie della fine dell’estate per il Governo”. Quello che in molti ritengono è che l’esecutivo voglia tendere di nuovo la corda dell’emergenza per coprire il vero buco che si rischia e cioè quello legato alla riapertura delle scuole. Disponibilità delle aule e degli spazi alternativi, fornitura dei banchi per tempo -a prova di Coronavirus, in grado di giocare un ruolo fondamentale nella partita ‘rientro in sicurezza’ stando a quanto ritenuto dalla ministra Azzolina-, questo e molto altro, a pochi passi dalla data prevista per l’apertura del nuovo anno scolastico, sono ancora avvolti nell’alone dell’incertezza. 

In effetti, mascherare la non riapertura delle scuole dietro l’aliby rischio/emergenza aumento contagi, seconda ondata, potrebbe essere più comodo per il Governo rispetto alla possibilità di dover ammettere che non si è riusciti a organizzare per tempo o che non si è stati capaci affatto di organizzare. 

Di fatto, come afferma l’epidemiologo dell’Imperial college di Londra, Paolo Vineis, in un’intervista concessa a la Stampa, “la scuola è indispensabile e la sua riapertura è una priorità… I danni collaterali della chiusura sarebbero forse peggiori di quelli del virus, ma naturalmente vanno prese tutte le precauzioni”. 

“Sono necessari subito degi studi, come in Germania e in Regno Unito, sull’efficacia dei tamponi ai bambini delle scuole e ai loro familiari”, allerta l’esperto aggiungendo: “Nonostante un certo ottimismo, non ci sono prove che il vaccino funzionerà. l’alternativa vaccino o lockdown è inaccettabile e bisogna sperimentare altre strade. L’equilibrio tra contenimento e funzionamento della società sarà fondamentale”. 

Sulla scuola si rischia “una rivolta di massa”, ad allertare non uno all’opposizione, ma il segretario del Pd Nicola Zingaretti in un intervento su La Stampa. “Sarebbe intollerabile dopo mesi di lockdown -prosegue- far perdere anche solo un’ulteriore ora di lezione, nell’incertezza o con una apertura a singhiozzo interrotta quasi subito da una nuova pausa del lavoro scolastico dovuta alle elezioni regionali e referendarie del 20 settembre”.