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Scontro nel governo, la Lega: “Non votiamo il dl sulle riaperture”

Pubblicato il 21/04/2021 19:15

Mario Draghi ha deciso di tirare dritto, nonostante gli appelli lanciati in queste ore dai rappresentanti di tante categorie in difficoltà a causa della crisi economica, e confermare il coprifuoco fissato per le 22. Uno slittamento in avanti avrebbe permesso ai ristoratori, con l’arrivo della bella stagione, di effettuare anche servizio a cena, nel rispetto delle normative anti-Covid. Ipotesi che però il premier non ha voluto prendere in considerazione, con tanto di frattura all’interno della maggioranza che lo sostiene.

Scontro nel governo, la Lega: "Non votiamo il dl sulle riaperture"

Alla fine è così arrivato il via libera del Consiglio dei ministri al dl che di fatto detta la roadmap delle riaperture. La Lega, in contrasto con la linea voluta dal premier Draghi e come anticipato in queste ora dall’Adnkronos, ha deciso però alla fine di non votare il provvedimento. All’interno del testo, tra le altre cose, si posticipa al 31 luglio lo stato di emergenza.

Un Cdm che non è filato via in maniera liscia, però, con lo scontro tra i rappresentanti dei partiti al governo che si è acceso sul decreto sulle riaperture. A far scoppiare la miccia, la decisione del premier Mario Draghi di non spostare il coprifuoco alle 23, ma di confermarlo alle 22. Non solo. Fonti presenti alla riunione sostengono che il presidente del Consiglio, prima dell’inizio del Cdm avviato con un’ora di ritardo, avrebbe espresso irritazione per l’affondo della Lega sul coprifuoco, spiegando che le decisioni sulle riaperture erano state prese in una cabina di regia dove era presente anche il partito guidato da Matteo Salvini

A favore di uno slittamento dell’orario del coprifuoco si era espressa anche Italia Viva, con la ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti che aveva chiarito nel corso di un’intervista rilasciata a Sky Tg21: “La possibilità di spostare il coprifuoco alle 23 può favorire un’attività di ristorazione meno concentrata e favorire il fatto che non si creino assembramenti”.

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