Per essere un leader servono due cose: i numeri e la capacità di gestire le coalizioni. Con i numeri ci siamo, ma in quanto a coalizioni non affatto. Il governatore Giovanni Toti dà così un giudizio su Matteo Salvini ed evidenzia quella che secondo lui è una parte critica del modus operandi del capo della Lega: “Matteo potrebbe essere l’architetto del centrodestra, ma al momento non mi risulta che abbia alcun progetto. Si concentra solo sulle sue battaglie,va per conto suo”.
Parla chiaramente, dopo la riconferma, il governatore della Liguria: “Non ascolta chi gli vuole bene e a furia di dare spallate finisce per rimediare una lussazione dopo l’altra.” Un candidato premier dovrebbe invece, stando a quanto dichiarato al Corriere della Sera dallo stesso, “avere a cuore i numeri della coalizione, non solo quelli del suo partito”.
Prosegue dicendo: “Deve intestarsi le vittorie, come faceva molto bene Berlusconi, e non gioire solo per un consigliere in più della Lega o un suo candidato al ballottaggio. Questo è anche un suo successo, non solo della mia lista o di Fratelli d’Italia”. Insomma, Toti non ha perso l’occasione di togliersi il sassolino dalla scarpa, facendo emergere, insieme alle critiche lanciate dalla Meloni e Zaia, quello che è un altro lato fragile della colazione del Centrodestra.