Se il governo piange, il centrodestra non ride. Ed è di nuovo una polveriera. Salvini e Meloni sono furibondi con Berlusconi, e anche tra loro due al momento è gelo. Entrambi restano per le urne, ma con distinguo tra i due. E quello di oggi pomeriggio si preannuncia già come il vertice dei sospetti. Forza Italia sarebbe infatti pronta a un governo “Ursula”. I centristi attratti dal Conte ter a patto che sia “nuovo”. Poi le accuse di cospirazione e tradimento. Questo è il clima. Come racconta Lopapa su Repubblica, “appena saputo delle dimissioni di Conte, il leader leghista chiama uno ad uno i capi dell’opposizione: Meloni, Berlusconi, ma anche Toti, Lupi e Cesa. Li vuole tutti attorno a un tavolo, ufficialmente per una chiamata unitaria alle “armi” al grido di ‘al voto, al voto'”. (Continua a leggere dopo la foto)
In realtà l’appuntamento farà presto a trasformarsi in un processo. “Salvini e Meloni vogliono mettere in riga Toti (tre senatori con lui) e i centristi Udc (altri tre): se entrano in un Conte ter, saranno fuori dal centrodestra ovunque. Questo l’avvertimento dei due sovranisti che non hanno gradito per nulla le uscite di Paolo Romani (Cambiamo) e di Paola Binetti (Udc), possibilisti sul governo di salvezza. Ma la responsabile di Fdi pretende un chiarimento definitivo soprattutto dal Cavaliere (che vanta 143 parlamentari). Non a caso è previsto che partecipi, anche se da remoto, in collegamento dalla villa in Provenza”. (Continua a leggere dopo la foto)
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La nota dell’ex premier di ieri pomeriggio, infatti, diffusa quando ancora non erano ufficiali le dimissioni del premier, viene considerata una vera e propria apertura a opzioni varie. “La strada maestra è una sola: rimettere alla saggezza politica e all’autorevolezza del capo dello Stato di indicare la soluzione della crisi – scrive Berlusconi – attraverso un governo che rappresenti l’unità sostanziale del Paese in un momento di emergenza, oppure restituire la parola agli italiani”. Ecco, Meloni ma anche Salvini vogliono sapere in particolare cosa ci sia dietro l’aggettivo “sostanziale”, a quanto pare suggerito e voluto da Gianni Letta. (Continua a leggere dopo la foto)
L’esigenza del Cavaliere è quella di bloccare le fughe di senatori e deputati forzisti, lasciando aperta la porta al governo di “salvezza” nazionale. Ma la giustificazione non convince gli alleati più grossi. “Dimissioni sì, dimissioni no, Conte ter, l’Italia non merita questo schifo”, attacca su Facebook Meloni. “Usiamo le prossime settimane per ridare la parola al popolo e poi avremo, per 5 anni, un Parlamento e un governo seri e legittimati”, è la linea ufficiale di Matteo Salvini. La terrà anche oggi al vertice.
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