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“Aumento del rischio di miocarditi e pericarditi”. L’ammissione Aifa sul vaccino: finalmente la verità

Pubblicato il 14/10/2023 09:22

Nessuno ne ha parlato, nessuno ne ha scritto. Eppure la notizia, a ben guardare, è di quelle clamorose: lo scorso 14 settembre 2023, la Comissione Europea e Aifa hanno messo nero su bianco, nell’allegato 1 alle decisioni di autorizzazione dei vaccini Pfizer e Moderna, “un aumento del rischio di sviluppare miocardite e pericardite”. Sottolineando di aver già registrato casi con conseguenze anche gravi, addirittura fatali in alcune occaisoni. La stampa mainstream non ha dato risalto a questo passaggio, fingendo di non vedere. Mentre i paladini dei farmaci anti-Covid si sono affrettati a sottolineare come l’infezione causata dal virus provocherebbe, in ogni caso, rischi maggiori rispetto alla somministrazione. A provare a fare chiarezza è stata la testata Buongiorno Südtirol, che si è confrontata con i ricercatori della Commissione Medico-Scientifica Indipendente (CMSi), che ormai da due anni cercano di fare luce sulla gestione pandemica. (Continua a leggere dopo la foto)
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Dalle ricostruzioni è emerso come la Commissione, in un comunicato del 26 settembre basato sui riscontri dei Cdc (enti regolatori americani), abbia confermato come il rischio di miocardite post-iniezione non rappresenti una novità scientifica: “JAMA Cardiology descrive casi di miocardite acuta verificatisi tra persone che hanno ricevuto vaccini Pfizer-BioNTech o Moderna basati su mRNA autorizzati Usa. Valutazioni cliniche di questi pazienti non hanno rilevato eziologie alternative per miocarditi. In base ai dati oggi disponibili, la miocardite conseguente a immunizzazione con gli attuali vaccini a mRNA è rara”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Smentita anche la teoria secondo la quale queste patologie colpirebbero più facilmente i malati di Covid piuttosto che i vaccinati, sulla base di uno studio condotto in Israele: “Su quasi 200.000 Israeliani adulti positivi al SARS-CoV-2 che avevano superato una COVID-19 e 600.000 adulti negativi di controllo, lo studio ha mostrato nel 2020 incidenze di miocarditi e pericarditi niente affatto maggiori nei soggetti con COVID rispetto a quelli senza”. (Continua a leggere dopo la foto)

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Sempre stando ai comunicati della Commissione, l’Ema avrebbe anche ammesso che non c’è alcun decorso più favorevole nei vaccinati rispetto agli altri malati da Covid. Sul fronte miocarditi e pericarditi, nella narrazione colletiva vengono definite “rare”, ma due importanti studi di sorveglianza attiva (uno tailandese, l’altro effettuato a Basilea) hanno smetito questa ricostruzione, mostrando un’incidenza di queste problematiche “nel 2,3-2,8% di adolescenti e sanitari adulti, dopo la seconda o terza dose di vaccini a mRNA”. La CMSi, a tal proposito, ha rivolto un appello al governo e alle Regioni sottolineando la necessità di verificare il rischio dio miocarditi e pericarditi, soprattutto nei soggetti in età inferiore ai 50 anni, sottolineando come il problema “sia ampiamente sottostimato”.

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