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Revoca del Superbonus: ecco chi si salva e chi no dopo lo stop alla cessione del credito

Pubblicato il 04/04/2024 07:36

Bye bye Superbonus, e le tasche degli italiani tirano un sospiro di sollievo dopo che la pratica si è rivelata un salasso per lo Stato. Del resto, una norma concepita dal Movimento 5 Stelle non poteva che rivelarsi un disastro, così come il Reddito di cittadinanza. Oggi, 4 marzo 2024, è il click day del Superbonus, vale a dire l’ultima chiamata per una quarantina di miliardi di detrazioni o sconti. Si tratta delle voci maturate nel corso del 2023 che fanno riferimento a Cila presentate entro il 17 febbraio dell’anno scorso. In gran parte, però, rischiano di non accedere alla cessione: a ballare sono soprattutto i condomini, circa 15.000 che si ritroveranno in una sorta di limbo. Entro giovedì 4 aprile, quindi, andrà inviata all’Agenzia delle Entrate la comunicazione relativa all’opzione per la prima cessione del credito o lo sconto in fattura per il Superbonus. La tagliola del blocco della cessione ricadrà anche su chi, rispettando i decreti del passato, aveva presentato la comunicazione di inizio lavori, la cosiddetta Cila, entro il 16 febbraio del 2023 ma non ha finito di pagare i lavori. Si salverà quindi solo chi è in possesso delle fatture che documentano le spese sostenute per l’avvio dei lavori. La cessione viene cancellata anche per il terzo settore, gli Iacp e le cooperative di abitazione a proprietà indivisa, che finora si erano salvati dalla stretta. Non solo… C’è tanto altro da sapere. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiega il Corriere, non riuscire a inviare tutte le comunicazioni entro il 4 aprile significherà non poter cedere il credito e il ritorno al regime della detrazione sulla dichiarazione dei redditi. L’unica possibilità rimane quella di chiedere direttamente il bonus a rate tramite la dichiarazione dei redditi. La cessione dei crediti è stata bloccata anche per chi ha inviato la Comunicazione di inizio lavori (Cila) entro il 16 febbraio del 2023, quindi in tempo utile, ma poi non aveva ancora effettuato nessun pagamento al 30 marzo 2024. Inoltre non basta aver pagato la fattura ma è necessario aver effettuato davvero l’intervento per cui si è pagato. Quelli che non hanno fatto nulla di tutto ciò rischiano di non essere affatto pochi dato che finora bastava la Cila. Qualcuno, però, ancora si può salvare. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo stop allo sconto in fattura e alla cessione del credito, infatti, non si applicherà agli immobili danneggiati dai terremoti di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria verificatisi il 6 aprile 2009 e a far data dal 24 agosto 2016. Tuttavia il decreto precisa che questa deroga “trova applicazione nel limite di 400 milioni di euro per l’anno 2024 di cui 70 milioni per gli eventi sismici verificatesi il 6 aprile 2009”. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha spiegato in Aula che il governo è stato costretto a intervenire con l’accetta per evitare una procedura d’infrazione da parte dell’Ue in vista del ritorno del vecchio Patto di Stabilità. L’Italia, dunque, non avrà più sconti e dovrà stare a posto con i conti. Cosa che il governo intende fare.

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