Nuove regole anti “pezzotto” –
Tolleranza zero per i furbetti del “pezzotto”, neologismo traslato dalla lingua napoletana e che letteralmente significa “falso”, “posticcio”: dunque “contraffatto” e una lunga serie di sinonimi che si prestano a definire lo streaming pirata per seguire, senza pagare alcun abbonamento, gli eventi sportivi criptati. Viene sanzionato anche l’utente che ne usufruisce, dunque non solo l’erogatore di questo servizio illegale. In realtà, la stretta era già partita con la legge numero 93 del 2023, entrata in vigore l’8 agosto scorso, ma sono le notizie che giungono dalla Spagna a segnare una nuova stretta. La Real Federación Española de Fútbol, infatti, obbligherà gli operatori Internet spagnoli a informare le autorità competenti sugli utenti che si collegano ai server che trasmettono contenuti illegali. Il Tribunale Commerciale di Barcellona ha dato il via libera alla prescrizione per gli operatori di fornire una lista di indirizzi IP, il nome, il cognome e il numero identificativo della persona titolare del contratto Internet che era collegato con quell’indirizzo IP in un dato momento. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le sanzioni per l’utente
Anche l’indirizzo dell’abitazione a cui sono assegnate linea e fatturazione saranno poi comunicate. Ora, torniamo in Italia: “Multe in arrivo a breve fino a 5mila euro per chi usa il pezzotto”: il commissario dell’AgCom, Massimiliano Capitanio, ha sottolineato come saranno sanzionati presto tutti coloro i quali hanno fruito di contenuti pirata, per poi aggiungere: “Forse non è ancora chiaro che, a breve, arriveranno le sanzioni. Chi fa business illegalmente sta facendo credere agli ignari utenti che non succederà nulla”. Le sanzioni, a partire da 150 euro, possono arrivare, come detto, sino anche ai 5mila euro. Effettivamente, emittenti televisive a pagamento e servizi in streaming erano da anni sul piede di guerra. Solo per citare un esempio, sarebbero oltre 2 milioni gli utilizzatori del cosiddetto pezzotto Sky, un numero paragonabile a quello degli abbonati regolari ai servizi originali forniti dalle emittenti. Sarebbero ben 5 milioni, invece, gli utilizzatori di servizi pirata per le partite in streaming. Ecco, ora, come funziona il decoder pirata: la trasmissione dei contenuti avviene attraverso l’utilizzo di server, a volte anche situati all’estero, da cui parte il flusso di dati in streaming, destinato a raggiungere i televisori degli utenti finali: si tratta della cosiddetta tecnologia IPTV (Internet Protocol Television), che in questo caso è oggetto di un’applicazione illegale. Massimiliano Capitanio ha altresì accusato gli store di Apple e Amazon e i motori di ricerca che permettono di bypassare gli abbonamenti a Dazn e alle altre piattaforme. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le sanzioni per il rivenditore
Tornando alle sanzioni, le pene previste per chi sia sorpreso a vendere il decoder illegale sono state inasprite dalla legge del 2023 che abbiamo citato: è prevista anche la reclusione, da 6 mesi a 3 anni, nonché una multa da 2.582 a 15.493 euro. Scriveva il Corriere della sera dell’8 agosto 2023 che, nel solo 2022, sono stati individuati circa 345 milioni di illeciti, con un eccesso di ben 30 milioni rispetto all’anno precedente. Esclusivamente per quanto riguarda gli eventi sportivi live la percentuale è salita del 26% di anno in anno.
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