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Record di distacchi della retina. Lo strano “effetto collaterale” e la surreale spiegazione degli “esperti”

Pubblicato il 23/08/2022 13:54 - Aggiornato il 23/08/2022 13:55

In tutta Italia stanno avvenendo una marea di distacchi della retina. Nella fattispecie riportiamo il caso dell’ospedale San Bortolo di Vicenza, dove ci sono pazienti che affluiscono da tutta la provincia e che necessitano di operazioni chirurgiche in “tempo reale”. «Quest’anno ne stiamo vedendo molti più di sempre», spiega uno specialista operante nella struttura, ma secondo lui la colpa sarebbe da attribuirsi al caldo.
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I sintomi del distacco della retina

Da che cosa ci si accorge dell’eventuale distacco della retina? A dare l’allarme una serie di sintomi. Compaiono mosche volanti, puntini neri, un sipario che si allunga. Si avverte come un’esplosione di lampi di luce. Sono tutte spie pericolose. Significa che la retina sta subendo uno strappo. A questo punto non c’è tempo da perdere, bisogna correre in ospedale per un controllo immediato del fondo oculare. La ragione è semplice. Se l’intervento da parte del chirurgo oculista è il più tempestivo possibile, quasi sempre si guarisce, se ne esce, e si ritorna perfettamente come prima. Se, invece, si sottovalutano i sintomi, si attende troppo, e si arriva tardi a un controllo, si rischia di andare incontro a una rapida riduzione della capacità visiva, e il deficit sarà tanto più pesante quanto maggiore sarà il tempo in cui la retina rimarrà staccata. A dover stare molto attenti sono coloro che hanno già subìto un distacco in un occhio o ne hanno visti in famiglia, e poi i miopi oltre le sei diottrie.
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Un mese “caldo” per gli interventi

La scorsa settimana 11 casi. Due giorni fa 6 e ieri altrettanti. Al San Bortolo si procede con questi ritmi sostenuti. Per gli oculisti dell’ospedale diretti dallo specialista Roberto Cian, trattare chirurgicamente queste patologie è un lavoro a tempo pieno. Il primario ha spiegato al Giornale di Vicenza che «I distacchi di retina sono la patologia più frequente d’estate soprattutto a luglio e agosto ma quest’anno ne stiamo vedendo molti più di sempre. Le cause? Fa caldo, ci si muove di più, si viaggia, si suda, si lavora molto fuori casa, si beve poco, il corpo vitreo si disidrata più facilmente, la componente solida esercita una trazione maggiore sulla retina». Eppure il mese di agosto nel vicentino non ha registrato anomalie particolari per quanto concerne le alte temperature, anzi, si sono verificate diversi eventi temporaleschi mantenendo le massime su una media di 29-30°C e le minime su una media di 17-18°C, come mostrato dall’immagine sottostante presa dall’archivio storico di 3B Meteo.
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Lo studio sul nesso tra vaccino e patologie oculari

Dunque, per l’oculistica del San Bortolo è stata un’estate caratterizzata dai distacchi di retina, anche se questa patologia può verificarsi in ogni stagione a causa di traumi contusivi rilevanti o dopo un’operazione di cataratta. Ciò che suona strano, però, è la curiosa e netta attribuzione della colpa “al caldo” dopo aver segnalato l’anomalo alto numero di casi trattati dall’équipe medica dell’ospedale. Forse sarebbe bene prendere in esame ed approfondire anche ciò che è emerso da uno studio pubblicato il 25 febbraio del 2022 sul National Library od Medicine, intitolato “COVID-19 Vaccination and The Eye“. Il documenti, infatti, riporta che sono stati evidenziati anche casi di neuropatie ottiche, condizioni retiniche, sclerite e malattia erpetica dell’occhio dopo l’avvenuta vaccinazione anti-Covid.
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La formuletta che scagiona i vaccini dalle loro responsabilità

Ovviamente, per completezza di informazione è bene sottolineare che, secondo lo studio in questione, «I dati dei sistemi di sorveglianza di farmacovigilanza basata sulla popolazione suggeriscono che la prevalenza di eventi avversi oculari associati alla vaccinazione è molto rara», e anche che «Gli eventi avversi oculari associati alla vaccinazione sono rari e attualmente non ci sono prove sostanziali per controbilanciare gli enormi benefici dell’immunizzazione COVID-19 nei pazienti con condizioni oftalmiche preesistenti». Una “formuletta” di cui si è già fatto largamente uso – per non dire abuso – negli ultimi due anni, smentita ampiamente e su più fronti da molti altri studi, che hanno letteralmente demolito il concetto stesso sia di “immunizzazione” legata ai vaccini, sia dei presunti “enormi benefici” degli stessi. Ma questo è un altro discorso.

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