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“Pronti a firmare il Mes?” Quando e come potrebbe andare in scena il “tradimento” di Meloni e Salvini

Pubblicato il 31/05/2023 08:47 - Aggiornato il 31/05/2023 13:33

Più e più volte, in passato, Matteo Salvini e Giorgia Meloni avevano tuonato contro il famigerato Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità che nasconde pericolose trappole dietro una sigla apparentemente anonima. Molti economisti hanno infatti sottolineato come quel fondo, messo a disposizione dall’Ue per gli Stati membri in difficoltà, potrebbe comportare grossi rischi per i risparmiatori italiani, visto che in caso di adesione Bruxelles avrebbe la facoltà di spingerci a una ristrutturazione del debito. Non proprio uno scenario rassicurante, per usare un eufemismo. Tanto che Lega e Fratelli d’Italia si erano mostrati compatti, ribadendo: “No al Mes”. Ora, purtroppo, le cose sembrano però cambiate. Come rivelato da Tommaso Ciriaco e Giuseppe Colombo sulle pagine di Repubblica, infatti, il governo Meloni si prepara a fare un passo indietro, alzare bandiera bianca e firmare il trattato. Il tutto in cambio di guai sul fronte Pnrr. (Continua a leggere dopo la foto)
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ratifica mes salvini meloni

Da mesi, Meloni aveva rinviato a data da destinarsi il momento del confronto definitivo sul Mes. Consapevole del fatto che tanti italiani continuano a guardare con fondato sospetto a quello strumento che l’Ue ci presenta invece come salvifico. E così la conferenza dei Capigruppo della Camera ha calendarizzato la ratifica dell’odioso trattato: la discussione si terrà il prossimo 30 giugno e il via libera, purtroppo, sembra scontato. (Continua a leggere dopo la foto)

Probabile che, per l’occasione, Meloni e Salvini proveranno comunque a far bella figura. Magari accettando sì di firmare la riforma del Mes, ma mettendo all’ordine del giorno un impegno da parte del governo a non accedere a quei fondi europei. Il contraccolpo, però, sarà inevitabile. Un boccone amarissimo che i leader della maggioranza sono però disposti a ingoiare pur di rasserenare gli animi di Bruxelles ed evitare pericolosi intoppi sul Pnrr, visto che l’Ue continua a segnalare forti criticità nella nostra capacità di spesa. (Continua a leggere dopo la foto)

Il via libera alla terza rata del Pnrr (19 miliardi di euro) non è ancora arrivato. Anzi, le tensioni tra Roma e Bruxelles negli ultimi mesi sono di colpo aumentate, mettendo a rischio l’intera gestone del pacchetto di aiuti europei. Da qui la rassegnazione di Meloni, consigliata dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: ratificare il Mes per ritrovare l’armonia con l’Ue. Il problema, a questo punto, sarà spiegare agli elettori il perché di questa clamorosa retromarcia.

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