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“Cinque procedure d’infrazione contro l’Italia”. L’Ue ci bastona ancora una volta: ecco perché

Pubblicato il 20/04/2023 11:31

Cinque procedure d’infrazione, tutte contro l’Italia. Un affondo deciso quello dell’Unione Europea, che in queste ore ha complessivamente spedito 32 lettere di messa in mora destinate a 10 Paesi diversi, tutte firmate dalla Commissione Europea. Al Bel Paese, come sempre, non è stato risparmiato nulla: insieme a Belgio e Grecia, siamo finiti nel mirino innanzitutto per non aver applicato correttamente le norme previste dalla direttiva sui ritardi di pagamento da parte delle Pubbliche Amministrazioni (Direttiva 2011/7/Ue). Nella lettera inviata a Roma, come riportato dal Tempo, Bruxelles ha fatto riferimento alla legislazione nazionale che “costituisce una violazione della direttiva sui ritardi di pagamento, poiché prevede l’estensione del termine di pagamento dei debiti delle pubbliche amministrazioni oltre i termini previsti” dalla normativa, ossia entro 30 giorni. (Continua a leggere dopo la foto)
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L’Ue ha puntato il dito, in particolare, contro le norme che consentono alla Regione Calabria di effettuare pagamenti nel settore sanitario al di là dei limiti temporali fissati dalla direttiva, che obbliga le Pa a pagare le fatture entro 30 giorni (o 60 giorni per gli ospedali pubblici). Un’altra procedura d’infrazione verso l’Italia è invece scattata per il mancato corretto recepimento della direttiva Ue in materia di antiriciclaggio. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il nostro Paese, insieme a Lettonia e Portogallo, “aveva notificato il pieno recepimento delle norme comunitarie, ma la Commissione europea ha individuato diversi casi di mancata conformità su aspetti ritenuti fondamentali”. Nel caso italiano, “la licenza o regolamentazione dei prestatori di servizi”. (Continua a leggere dopo la foto)

Un parere motivato è arrivato anche in merito ai lavoratori a tempo determinato nel settore pubblico, per i quali è richiesto di prevenire e sanzionare l’utilizzo abusivo di contratti o rapporti di lavoro a termine. Procedure di infrazione anche per non aver trasposto pienamente nei rispettivi ordinamenti la direttiva sui lavoratori stagionali che mira ad assicurare condizioni di vita e di lavoro decenti e per non aver recepito la direttiva sull’accessibilità dei prodotti e dei servizi per le persone con disabilità. L’Italia avrà ora 2 mesi per rimediare alle carenze.

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