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“Più di un anno”. Ecco quanto dura l’immunità naturale. La nuova ricerca

Pubblicato il 09/02/2022 09:01

Chi si ammala di Covid sviluppa degli anticorpi che durano per 16 mesi, frutto del naturale processo di lotta dell’organismo contro la malattia. A rivelarlo è uno studio realizzato dalla Southern University of Science and Technology di Shenzhen, pubblicato su Nature Microbiology e citato in queste ore anche da Messaggero: dalla ricerca è emerso che la maggior parte delle persone che vengono colpite dal virus possiedono anticorpi efficaci per più di un anno, soprattutto chi ha sviluppato l’infezione in forma sintomatica.

"Chi guarisce dal Covid ha anticorpi per oltre un anno": la scoperta dei ricercatori

Una scoperta importante nel determinare le strategie di lotta al virus, visto che è fondamentale capire la durata della protezione acquisita con il contagio. Come spiegano dagli stessi ricercatori, “è stato dimostrato che i Coronavirus umani stagionali inducono risposte anticorpali di breve durata e la reinfezione con lo stesso coronavirus stagionale si verifica frequentemente nei 12 mesi dopo l’infezione. Tuttavia, i due coronavirus che causano malattie gravi negli esseri umani (il SARS-CoV e il MERS-CoV) inducono risposte anticorpali più forti e che durano fino a 3 anni”.

Nel corso dello studio, i ricercatori hanno analizzato i dati forniti da 214 pazienti contagiati, che sono stati monitorati per 16 mesi. 51 di questi avevano sviluppato una malattia grave, mentre 134 avevano una lieve infezione e altri 29 erano completante asintomatici, pur essendo positivi al Covid. Seguendo l’andamento degli anticorpi, gli studiosi si sono accorti che la risposta imminutaria raggiunge il picco circa 3 mesi dopo l’infezione, con l’efficacia che poi inizia gradualmente a calare.

Come emerso dalla ricerca, l’efficacia della risposta immunitaria non è però uguale per tutti: a un anno dalla malattia, il 14% delle persone che avevano avuto sintomi lievi e il 50% di quelle che avevano avuto un’infezione asintomatica non presentavano livelli rilevabili di anticorpi neutralizzanti. Lo studio ha mostrato inoltre un calo dell’efficacia degli anticorpi contro le varianti Beta, Delta e Mu.

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