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Pfizer, la variante sudafricana “buca” il vaccino: cosa rivela lo studio israeliano

Pubblicato il 12/04/2021 17:17

Brutte, e da una parte attese, notizie. Uno studio israeliano rivela che nelle persone vaccinate Pfizer e positive la variante sudafricane è 8 volte superiore a quella riscontrata nella popolazione non vaccinata. “Ci saremmo aspettati solo un caso di variante sudafricana, ne abbiamo trovati otto”, ha detto la professoressa Adi Stern, che ha guidato la ricerca, al quotidiano The Times of Israel e ripresa dal Corriere. “La variante sudafricana, paragonata al ceppo originale e alla variante inglese, è in grado di violare la protezione del vaccino anche se servono ulteriori studi per un quadro più preciso. Riteniamo comunque – scrive la scienziata su twitter – che la ridotta efficacia si verifichi solo in un piccolo lasso di tempo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Nessun caso di variante sudafricana si sarebbe verificato dopo 14 giorni dalla seconda dose Pfizer. “Inoltre gli scienziati hanno osservato che la variante sudafricana non si diffonde in modo efficiente per questo è importante vaccinare il più velocemente possibile per far crollare il numero di contagi. Il professor Ran Balicer, direttore delle ricerche al Clalit, ha definito l’indagine ‘molto importante’. È il primo studio al mondo (indipendente, ndr) basato su dati reali e mostra che il vaccino è meno efficace contro la variante sudafricana in confronto al virus originale e alla variante britannica che ha circolato in Israele”. (Continua a leggere dopo la foto)

Lo studio ricorda che è possibile contagiarsi tra una dose e l’altra (sia con Pfizer che con altri vaccini) perché la carica anticorpale non è ancora al suo massimo livello. “Tuttavia è possibile ammalarsi di Covid-19 anche dopo aver fatto due dosi di vaccino (in genere non in modo grave) e questo perché i vaccini anti Covid-19, come tutti gli altri vaccini, non sono efficaci al 100%. Qualcuno resterà scoperto perché per qualche motivo non sviluppa sufficienti difese immunitarie”. (Continua a leggere dopo la foto)

Se il vaccino è efficace al 95% ogni individuo che conclude il ciclo vaccinale con quel prodotto ha il 95% in meno di probabilità di essere contagiato ogni volta che viene esposto al virus rispetto a un individuo che non è vaccinato. Adesso, però, questi risultati hanno portato Pfizer a considerare sempre più probabile la possibilità di effettuare una terza dose.

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