Pfizer rifiuta per la seconda volta di rispondere alla commissione Covid dell’Europarlamento.
Nonostante il governo Meloni abbia iniziato il proprio percorso con un atteso passo indietro, permettendo ai sanitari non vaccinati di tornare a svolgere la propria professione, i tempi per un ritorno alla normalità dopo l’emergenza Covid sono purtroppo ancora lontani, lontanissimi. Come dimostrato dai recenti bollettini sui contagi in risalita, accompagnati dagli appelli dei virologi per una quinta dose da somministrare a tutti i fragili e per il ritorno all’uso della mascherina al chiuso. Nel frattempo, però, le polemiche intorno ai farmaci lanciati in fretta e furia sul mercato per contrastare il virus non si placano. E anzi sono nuovamente riesplose con violenza dopo l’ultimo, imbarazzante silenzio del Ceo di Pfizer Albert Bourla, lo stesso che in passato aveva ammesso che i vaccini non erano mai stati nemmeno testati per prevenire il contagio. (Continua a leggere dopo la foto)
Per la seconda volta di fila, infatti, Bourla ha rifiutato di comparire davanti al Parlamento europeo per un’audizione sulle trattative portate avanti con la Commissione Ue per la fornitura di vaccini. A riferirlo, tramite Twitter, è stata la presidente della commissione speciale sul Covid del Parlamento europeo, Kathleen Van Brempt (S&D). (Continua a leggere dopo la foto)
La denuncia della Commissione Covid: “Mancanza di trasparenza” di Pfizer e UE
“Il Parlamento europeo ha il diritto di ottenere piena trasparenza” sui contratti e “il fallimento della Commissione Ue e di Pfizer” nel dare risposte “mostra un disinteresse per il ruolo del Pe e getta un’ombra inutile sul successo della strategia europea sui vaccini” ha sottolineato l’eurodeputata. La conferma di quante zone d’ombre persistano ancora attorno ai vaccini e alle trattative che hanno portato al loro acquisto da parte dell’Unione Europea. (Continua a leggere dopo la foto)
Dopo tante polemiche, il Ceo di Pfizer Albert Bourla si è limitato a rispondere attraverso una lettera: “Rispetto all’audizione di ottobre non abbiamo ulteriori informazioni da condividere quindi declino rispettosamente l’invito”. Non proprio il tipo di replica che sarebbe stato legittimo attendersi.
Ti potrebbe interessare anche: “Prepariamoci al peggio”. Cassese gela lo studio e asfalta Conte e l’abusivismo