Come risolvere il problema dei vaccini in scadenza, con milioni e milioni di dosi pagate a peso d’oro dai governi e rimaste bloccate in magazzino? Una situazione decisamente imbarazzante per tutti, indubbiamente, alla quale si è deciso di porre rimedio con un banalissimo numero di magia. Come spiegato da Roy De Vita, fra i più conosciuti chirurghi plastici italiani e primario di Chirurgia Plastica dell’Istituto dei Tumori di Roma Regina Elena, “Pfizer ha comunicato a noi medici che la scadenza dei vaccini è stata prorogata. Quella data che potete leggere sul retro delle confezioni dei farmaci è stata spostata in avanti. E Pfizer ce lo comunica come fosse prassi abituale, con una lettera aperta in cui dice che è stato approvato in Europa un aggiornamento del periodo di validità”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un passaggio che lascia basiti. E sul quale De Vita, attraverso un video pubblicato su Twitter, si è soffermato: “Le cose strane sono tante. La prima è che gli organi di controllo (l’Ema in testa) non hanno battuto ciglio, prendendo per buona una prassi che definire strana è un eufemismo. Inoltre specificando ‘in Europa’ si esclude che la scadenza sia stata prorogata, per esempio, negli Stati Uniti”. (Continua a leggere dopo la foto)
Roy De Vita:la Pfizer ci ha comunicato che la scadenza [solo EUROPA] dei vaccini è stata prorogata, come fosse prassi normale.
Ema NON ha battuto ciglio, STESSO prodotto, STESSI lotti, ma DIVERSA tra Paesi la data di SCADENZA: PERCHÈ❓️
In 🇮🇹 ci sono 140 MLN di dosi DA SMALTIRE pic.twitter.com/1IXbaOFt6e— 1984 (@sconnesso_) January 8, 2023
Perché, dunque, lo stesso identico farmaco dovrebbe avere date di scadenza diverse a seconda del Paese in cui viene distribuito? Come spiegato da De Vita, la durata dei vaccini “in scadenza o già scaduto è stata prorogata per un periodo che va dai 7 ai 9 mesi. Il fatto che tutto questo sia stato fatto mentre ci sono centinaia di milioni di dosi in giacenza è quantomeno sospetto”. (Continua a leggere dopo la foto)
De Vita ha sottolineato come in Italia le dosi rimaste in magazzino sarebbero oltre 140 milioni, cifra enorme fornita quattro mesi fa da alcune testate e mai smentite dall’ex ministro della Salute Roberto Speranza. In ogni caso, secondo il medico, “è impossibile non fare cattivi pensieri e non dire che questo cambio di scadenza puzzi troppo”.
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