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Pannelli solari obbligatori. L’Europa colpisce ancora: “Una mazzata per gli italiani”

Pubblicato il 08/12/2023 13:29 - Aggiornato il 08/12/2023 13:45

La Ue non molla, anzi, rilancia. La transazione green, vera ossessione della sinistra europea, segna un altro passaggio che creerà problemi agli italiani. Nuove imposizioni, nuove spese. E tanti dubbi, perché non è chiaro come si riuscirà ad applicare le nuove regole entro le scadenze previste. L’obiettivo è di ridurre il consumo medio di energia da parte degli edifici residenziali dei singoli Paesi membri. Sino ad azzerare le emissioni entro il 2050. Le singole nazioni dovranno stabilire come raggiungere gli obiettivi. Il percorso diventa un po’ più flessibile rispetto alle prime proposte del Parlamento Ue, ma resta il pericolo che per i cittadini tutto questo si traduca in un salasso. Per chi se lo potrà permettere, perché per gli altri potrebbe ridursi drasticamente il valore degli immobili. Lo Stato dovrà impegnarsi a sfruttare al meglio i margini concessi, per evitare conseguenze nefaste per milioni di italiani. (continua dopo la foto)

Entro il 2030 le emissioni andranno ridotte del 16%, che dovrà diventare il 22% entro il 2035. La situazione è piuttosto confusa, perché non è chiaro, per esempio, cosa dovranno fare i condomini in cui sussistono prime e seconde case. Le seconde, infatti, saranno esentate dalla ristrutturazione. Rimane il rischio di una drastica riduzione del valore di parte del nostro patrimonio immobiliare. Che verrebbe inevitabilmente scorporato in un mercato di serie A e uno di serie B a seconda della classe energetica. Sarebbe un dramma per molti cittadini, ma anche una catastrofe per la nostra economia. E mentre questa spada di Damocle pende sulle nostre teste, la Ue ha varato una nuova imposizione che riguarda i pannelli solari. Fra il 2026 e il 2030, tutti gli edifici pubblici dovranno esserne dotati. E dopo il 2030 la stessa regola varrà per tutte le case di nuova costruzione. (continua dopo la foto)

Le nostre città si trasformeranno dunque in una sorta di immenso impianto solare, con ovvie conseguenze anche per il paesaggio. Ma non basta: entro il 2040 dovremo programmare anche la sostituzione delle caldaie a gas con le nuove pompe di calore. Si tratta di una mole di lavoro enorme. Per la quale servirà un’enorme quantità di materiali. Sarà possibile eseguire tutti questi interventi in tempi così ristretti? Non è solo una questione di volontà, ma anche di risorse e di agibilità. Non si può trasformare tutta Italia in un cantiere. Si parla di intervenire su milioni di case e di edifici. Basti pensare che circa 43 milioni di italiani vivono in case di proprietà, e quasi 12 in affitto. Un aiuto potrebbe arrivare dalle nuove tecnologie in via di realizzazione, ma anche qui non vi è niente di certo per ora.

Nel frattempo, nella Ue i socialisti di Pedro Sanchez avrebbero chiuso un accordo con Berlino per annullare sei mesi di discussioni e di precedenti decisioni per le nuove norme sul packaging. L’industria italiana sembrava essersi messa al riparo dalle follie green. Ora invece, di fatto, verrebbe smontata l’esenzione sulle bioplastiche e rivista le definizione di riciclo. Con nefaste conseguenze sull’Italia, Paese leader nel settore. Le nostre istituzioni politiche e le imprese dovranno unirsi per trovare una soluzione. E’ vitale dare una risposta forte e univoca alle manovre di Madrid e Berlino. Ne va del nostro futuro.