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“Altro che semplici pipistrelli”. Ecco la verità sulle origini del Covid: la scoperta del New York Times

Pubblicato il 18/03/2023 13:06

La Cina ha tenute nascoste al mondo le ricerche su alcuni animali selvatici che potrebbero essere all’origine della pandemia di Covid. Questa l’accusa mossa dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) che ha chiesto a Pechino come mai alcuni dati oggi disponibili siano stati tenuti celati 3 anni fa, in pieno allarme. Secondo quanto riportato dal New York Times, prima che i dati cinesi sparissero un team di internazionale di esperti virologi aveva cominciato ad analizzare la ricerca, da cui era emersa la possibilità che il virus potesse essere stato trasmesso da esemplari di cani procioni, un tipo di volpe asiatica molto diffuso nell’aria del primo contagio, e infettato alcuni cittadini al mercato del pesce di Wuhan. La sequenza era stata però poi rimossa, rendendo impossibili altri approfondimenti. (Continua a leggere dopo la foto)
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origini covid

Secondo Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, “quelle informazioni potevano, e dovevano, essere condivisi tre anni fa. Le prove vanno condivise immediatamente con la comunità internazionale”. Le indiscrezioni parlano di dati circa la diffusione del virus a Wuhan a partire da alcuni cani procioni. (Continua a leggere dopo la foto)

Una biologa francese ha scoperto la sequenza genetica nel database nei giorni scorsi, approfondendo i dati insieme al suo team. Un’intuizione che confermerebbe la teoria del cosiddetto “ospite intermedio”, un animale dal quale il virus avrebbe fatto il suo salto nella specie umana. Inizialmente si era parlato di un possibile passaggio dal pipistrello all’uomo. (Continua a leggere dopo la foto)

Stando alla stampa internazionale, quei dati genetici sarebbero stati estratti da tamponi prelevati all’interno e nei dintorni del mercato all’ingrosso di prodotti ittici di Huanan, a partire da gennaio 2020, poco dopo che le autorità cinesi avevano chiuso il mercato sospettando fosse collegato allo scoppio di un nuovo virus. “In quel momento gli animali erano stati eliminati dalla struttura, ma i ricercatori hanno tamponato pareti, pavimenti, gabbie metalliche e carrelli utilizzati per il trasporto di gabbie, trovando tracce del virus”.

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