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“Incostituzionale: ecco perché”. Obbligo vaccinale, il giudice dà la picconata definitiva: cosa scrive nella sentenza

Pubblicato il 23/11/2023 09:53
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A suon di sentenze e di documenti trapelati dall’Europa, sta emergendo sempre più come l’obbligo vaccinale al quale Conte e Draghi hanno sottoposta la popolazione italiana fosse incostituzionale. L’ultimo capitolo, dopo che l’Ema stessa ha confermato che il vaccino non preveniva il contagio, riguarda le multe da 100 euro per i non vaccinati. Un ricorso, contro il ministero della Salute e l’Agenzia delle Entrate, è stato accolto con motivazioni che non lasciano margini di dubbi. Lo scorso luglio, il giudice di pace di Padova, Davide Piecinni, aveva emesso una sentenza di cui solo pochi giorni fa sono stati pubblicati i presupposti e i motivi su cui si è fondato il provvedimento. Come riporta Patrizia Floder Reitter su LaVerità, oggetto del ricorso, presentato da un’infermiera di 59 anni, era l’avviso di addebito emesso dall’agenzia incaricata dal ministero della Salute di riscuotere la sanzione per gli over 50 non vaccinati. (Continua a leggere dopo la foto)
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Scrive il giudice, senza mezzi termini: “Illegittimità dell’obbligo vaccinale” in quanto “in conflitto” con principi della Costituzione e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Il giudice osserva che l’articolo 4 del decreto legge dell’aprile 2021, contenente “Obblighi vaccinali per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitari”, “sembra prevedere un trattamento sanitario obbligatorio”. Però, afferma che “nessuna delle condizioni previste dall’articolo 33 della legge 833/78, in materia di trattamento sanitario obbligatorio”, ovvero la presenza di un provvedimento del sindaco nella sua qualità di autorità sanitaria e la “proposta motivata” di un medico, “risultano essere state soddisfatte”. L’applicazione di una sanzione pecuniaria è dunque “in contrasto con gli articoli 3 e 32 della Costituzione”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Scrive il giudice Piceinni che l’obbligo ha creato una “disparità di trattamento”, mentre tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge (articolo 3). Inoltre, sottolinea che “la previsione dell’obbligatorietà” oltre a essere contro quanto sancisce l’articolo 32, risulta “non conforme” con una serie di pronunciamenti emessi “nel corso degli ultimi trent’anni” dalla Corte costituzionale, rispetto ai trattamenti sanitari obbligatori. L’obbligo imposto, dunque, rispettava tutte le necessità, i diritti e la Costituzione? No. E lo si dichiara nella sentenza. In questa ennesima sentenza. Si potrà ora fare davvero giustizia e far pagare chi ha imposto tutto questo facendo perdere diritti, dignità e lavoro a migliaia di persone?

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