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“Cibo geneticamente modificato”, in Italia parte la sperimentazione (ma manca il Regolamento). E le multinazionali…

Pubblicato il 03/04/2024 18:59 - Aggiornato il 03/04/2024 19:20

Gli Ogm sono pronti a invadere le nostre tavole, anzi parliamo dei nuovi Ogm, quelli ottenuti attraverso le New breeding techniques (Nbt), altresì note come Nuove tecniche genomiche (Ngt). Se, poco più di un mese fa, davamo la notizia dell’approvazione del mandato negoziale circa la proposta di regolamentazione dei cosiddetti “nuovi” Organismi geneticamente modificati da parte del Parlamento europeo, propedeutica al Regolamento che deve ancora essere stilato, in Italia siamo avanti. Ma non è un “primato” positivo, a nostro avviso. La norma ancora non è definitiva ma nella Lomellina, in provincia di Pavia, è già partita la prima sperimentazione in campo di organismi modificati mediante le tecniche di “evoluzione assistita”. Al centro della iniziativa – annunciata con una certa enfasi dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alessandro Beduschi, che lanciato una risibile sfida agli “effetti del cambiamento climatico – è il riso cultivar Telemaco RIS8imo. Questo è stato modificato dall’Università degli Studi di Milano per rendere le piante più resistenti al fungo responsabile del brusone, principale patologia del riso. (Continua a leggere dopo la foto)

Le (gravi) criticità

Ora, sarà un’azienda agricola di Mezzana Bigli ad ospitare 200 piantine di riso geneticamente modificato e proprio in questi primi giorni di aprile avverrà la semina. L’area destinata alla sperimentazione coprirà un appezzamento di 28 metri quadrati all’interno di un campo più ampio di 400 metri quadrati: una scelta strategica per minimizzare il rischio di impollinazione incrociata. Il testo della Commissione europea, approvato dall’Europarlamento propone di creare due categorie di Ogm a parte, mediante la cisgenesi e il genome editing con cui si possono modificare o sostituire piccole parti della sequenza del Dna, senza il successivo inserimento di un intero gene esogeno. I biotecnologi promettono di produrre frutti più nutrienti, ottenere piante resistenti a siccitàinsetti e funghi patogeni. L’idea partorita a Bruxelles è, dunque, di sviluppare piante e colture che resistano a determinati stimoli atmosferici e fisici. Nell’ambito del Green Deal dell’Unione europea, i nuovi Ogm sarebbero esenti dalle attuali regole sulla valutazione del rischio, previste dalla Direttiva sugli Ogm del 2001. L’ennesimo delirio “green” dell’Unione europea. Le norme dovrebbero entrare in vigore solo dopo il parere del Consiglio Ue e i negoziati del trilogo (ovvero tra i rappresentanti di Parlamento, Consiglio e Commissione), come ricorda L’Indipendente. Frattanto i quattro colossi globali agrochimici e sementieri, Corteva, Bayer-Monsanto, BASF e Syngenta (di fatto una tetrarchia monopolista), hanno già richiesto 139 brevetti su applicazioni delle nuove biotecnologie per l’editing genomico sulle piante. Il tutto al fine di acquisire la proprietà esclusiva di varietà vegetali geneticamente modificate per vent’anni e rivenderle agli agricoltori. (Continua a leggere dopo la foto)

Come funziona il genome editing 

Tecnicamente, gli scienziati, attraverso un processo chiamato Crisp-cas9, possono “tagliare” determinati geni desiderati, per poi impiantarli in semenze che li svilupperanno autonomamente. Il testo della Commissione europea, approvato dall’Europarlamento propone di creare due categorie di Ogm a parte, mediante la cisgenesi e il genome editing con cui si possono modificare o sostituire piccole parti della sequenza del Dna, senza il successivo inserimento di un intero gene esogeno. I biotecnologi promettono di produrre frutti più nutrienti, ottenere piante resistenti a siccitàinsetti e funghi patogeni.

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