“Non cammino più bene. Dopo neanche dieci metri inizio a zoppicare, perché le gambe mi cedono”. Una vita stravolta, quella di Francesca Meringolo, educatrice di Cesena, una delle tante persone vittime degli effetti collaterali dei vaccini e che fatica a far sentire la propria voce in un Paese dove il bavaglio è ancora strettissimo. Attraverso le pagine della Verità, la donna ha raccontato la sua drammatica esperienza, iniziata proprio a seguito dell’inoculazione dei farmaci anti-Covid: “Tutto è cominciato 5 minuti dopo la somministrazione della prima dose di Pfizer”.
“Ho iniziato ad avvertire un forte dolore alla testa – ha raccontato Francesca a La Verità – all’hub dove mi trovavo, a Pievesestina in provincia di Cesena, mi hanno tenuto sotto osservazione mezz’ora e poi mi hanno detto di andare a casa e recarmi in ospedale in caso di peggioramento. Mentre rincasavo, però, ho iniziato ad avvertire una paresi al viso, sul lato destro. Ho aspettato che passasse, come mi avevano detto i dottori, ma il giorno dopo ho avvertito anche dolori forti a braccia e gamba destra”.
“Una volta arrivata in macchina, a fine turno di lavoro, mi sono accorta che non riuscivo a guidare – ha spiegato ancora Francesca – mi cedevano le braccia e le gambe. Mi sono fatta venire a prendere da mio marito e sono andata dal medico di base, che a voce mi ha detto che potevano essere gli effetti del vaccino e ha chiamato il pronto soccorso. Anche lì, a voce, mi hanno confermato che poteva essere colpa del vaccino ma mi hanno rassicurato, dicendo che sarebbe passata”.
Fatto sta che da dieci mesi la donna non trova nessuno in grado di indicarle una terapia adeguata. I sintomi, nel frattempo, sono ancora lì: “Oggi vivo sempre chiusa in casa, ho bisogno costantemente di qualcuno che mi aiuti. Ho una stanchezza cronica ma non riesco mai a riposare davvero. Il mio medico ha fatto richiesta all’Asl per l’esenzione, in caso di ulteriori vaccinazioni obbligatorie, ma gliel’hanno rifiutata”.
Ti potrebbe interessare anche: Pandemia a trasmissione sessuale. E per non restar “disoccupati”, ecco cosa s’inventano le virostar