A Napoli 400 lavoratori saranno presto licenziati con la chiusura dello stabilimento della Whirlpool. 400 persone saranno presto senza uno stipendio. Ma gli operai non si arrendono e lanciano una campagna di protesta. In poche ore, con una petizione su change.org, raccolgono oltre trentamila firme, di cui diecimila nelle ultime 24 ore, portando l’attenzione pubblica sulla vicenda. Fanpage.it riferisce che per sensibilizzare maggiormente e per raccontare il disagio, i dipendenti hanno realizzato un video in cui raccontano le loro storie. Come quella di Pina di 42 anni in servizio da 17 nello stabilimento: anche il marito lavora alla Whirlpool, si sono conosciuti, sposati e hanno messo su famiglia. Se lo stabilimento chiude, perdono totalmente le entrate economiche. Come loro, tante altre storie simili, tutte legate al futuro dello stabilimento.
La chiusura dello stabilimento era prevista già da prima del lockdown dovuto al Coronavirus. Il 30 gennaio la chiusura era stata posticipata dal 31 marzo al 31 ottobre. I lavoratori si sentono traditi dal governo, in particolare dal Mise, il ministero dello Sviluppo economico guidato da Luigi Di Maio dal giugno del 2018 allo scorso 5 settembre. In un post pubblicato su Facebook il 30 ottobre del 2018, Di Maio scriveva: “Whirlpool non licenzierà nessuno e, anzi, riporterà in Italia parte della sua produzione che aveva spostato in Polonia. Questo è il frutto di una lunga contrattazione che siamo riusciti a chiudere al ministero dello Sviluppo Economico. Sono quindi orgoglioso di dire che ce l’abbiamo fatta: stiamo riportando lavoro in Italia!”
Ennesima delusione del governo di ‘Promettopoli’.