Una sorta di città stato futuristica, senza strade, con pareti a specchi e lune artificiali nel cielo. No, non parliamo dell’ambientazione del prossimo film di qualche visionario regista, ma di un progetto che ha realmente preso il via nel bel mezzo del deserto arabo: “Neom“, questo il nome al momento scelto, è finanziato dal principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman e nonostante un certo scetticismo iniziale potrebbe prendere davvero forma, come dimostrato da un video pubblicato su YouTube e che mostra ruspe intente a scavare nel bel mezzo del nulla, tra sabbia e dune, mentre ingegneri compilano cartelle con tanto di caschetto antinfortunistico. Come annunciato, si tratta dei primi lavori per la nascita delle città futuristiche che sorgeranno tra il deserto e il Golfo di Aqaba. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiegato da Fanpage, Neom dovrebbe essere composto da tre regioni. Trojena, la località montana, che ospiterà Giochi Asiatici del 2029, Oxagon, la struttura galleggiante più grande al mondo e The Line, vera e propria spina dorsale che attraverserà l’intera Arabia Saudita. Una metropoli incastrata tra due specchi e composta da tre Stati, uno per i pedoni e due, sotto terra, per infrastrutture e trasporti. (Continua a leggere dopo la foto)
Il tutto senza che, almeno stando al progetto iniziale, ci siano strade, automobili o emissioni di carbonio. Secondo il principe saudita, infatti, grazie a un sistema ferroviario ad altissima velocità (fino a 512 km/h), in 20 minuti sarà possibile attraversare tutta Neom. Nel progetto sono presenti anche taxi volanti ed elicotteri elettrici con guida autonoma, anche se al momento queste sembrano più suggestioni che altro. (Continua a leggere dopo laf oto)
Dal costo complessivo di oltre 200 miliardi di dollari, la città-stato del futuro sarà anche dotata di un microclima autonomo per contrastare le temperature desertiche. L’obiettivo dichiarato è quello di ospitare i primi turisti entro il 2024. Secondo bin Salman, Neom “sfiderà le tradizionali città piatte e orizzontali e creerà un modello per la conservazione della natura e una migliore vivibilità umana”.
Non sono mancate, ovviamente le polemiche: associazioni ambientaliste hanno puntato il dito contro il fortissimo impatto ambientale del progetto, che nonostante gli intenti “green” comporterà un forte impiego di carbonio per la costruzione. Alcuni gruppi per i diritti umani hanno inoltre sottolineato sfollamento e abusi sui membri delle tribù che vivono nella zona. Inoltre “la città stato del futuro potrebbe causare problemi la biodiversità, visto che gli animali del deserto troverebbero un confine artificiale impossibile da attraversare”.