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Mps, dopo le condanne di Profumo e Viola il futuro dell’istituto è un rebus

Pubblicato il 16/10/2020 11:21

Se il futuro di Monte dei Paschi di Siena non era già particolarmente limpido, a sollevare ulteriori nuvoloni è arrivata la condanna per due ex vertici dell’istituto, Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. La seconda sezione del Tribunale di Milano ha deciso per sei anni di reclusione e una maxi-multa da 2,5 miliardi dopo oltre due anni di indagine sui contratti Alexandria e Santorini: l’accusa per entrambi è di aggiotaggio e false comunicazioni sociali in relazione alla semestrale 2015 della banca senese. Ipotesi che sono state invece considerate prescritte per i conti del 2012, mentre per quelli 2013-2014 è scattata l’assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

Mps, dopo le condanne di Profumo e Viola il futuro dell'istituto è un rebus

Insieme a Profumo e Viola è stato condannato a tre anni e sei mesi anche l’ex presidente del collegio sindacale Paolo Salvadori, accusato di false comunicazioni sociali. Per la banca, in base alla legge sulla responsabilità degli enti, è invece arrivata una sanzione da 800 mila euro. Una decisione che ha ribaltato completamente la versione della procura di Milano, che per ben tre volte aveva chiesto l’archiviazione per i due ex vertici Mps: Profumo, ad di Leonardo, è stato presidente di Monte dei Paschi tra il 2012 e il 2015, mentre Viola era rimasto in carica dal 2012 al 2016.

Mps, dopo le condanne di Profumo e Viola il futuro dell'istituto è un rebus

Una situazione tutt’altro che semplice, quella che si è così delineata, per la banca. Costretta ad affrontare oltre 10 mila tra cause, reclami e richieste stragiudiziali per un totale di 10,2 miliardi. E che ora vede aprirsi nuovi scenari, non proprio idilliaci: dopo la sentenza, infatti, aumenta la possibilità che le parti civili possano chiedere i danni in solido ai condannati, tra i quali la stessa Mps che per coperture legali ha però a bilancio appena 500 milioni di euro. Un problema non da poco anche per il Tesoro, che vede ora complicarsi e parecchio l’operazione di vendita di Monte dei Paschi.

Profumo, al momento, non rischia invece il posto in Leonardo. Secondo Il Fatto Quotidiano, nonostante la pena accessoria di due anni di interdizione dalla rappresentanza di società e di cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, poiché la condanna non è definitiva non dovrebbe impattare sul principio di onorabilità. Viola e Profumo sono indagati a Milano anche per false comunicazioni sociali e manipolazione informativa nel filone di inchiesta sulla contabilizzazione dei crediti deteriorati nei bilanci Mps.

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