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Meloni infuriata, Salvini se ne va. Il retroscena dal consiglio dei ministri: “Tutti contro tutti”. Cosa è successo

Pubblicato il 27/02/2024 09:32

Il risultato delle elezioni in Sardegna sta già creando diversi problemi nella maggioranza, andando ad aumentare quella crepa già abbastanza netta tra Meloni e Salvini. Ancor prima dell’ufficialità della vittoria della candidata espressa da Pd e M5S, Alessandra Todde, durante il consiglio dei ministri che si è svolto nel pomeriggio del 26 febbraio la tensione era alle stelle. Come racconta in un retroscena Tommaso Ciriaco su Repubblica, si è consumato un acceso scontro tra Raffaele Fitto, fedelissimo di Giorgia Meloni, e Matteo Salvini. “Un’asprezza inedita, figlia di ore concitate”, rivelano fonti interne. “Volano parole pesanti”. Con il leghista gli imputa di aver finanziato alcune opere del Pnrr tagliando i progetti di ponti, strade e ferrovie. E, a quanto pare, alla fine Salvini ha lasciato la sala prima del tempo, letteralmente infuriato. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Così non va, proprio non va”, ha tuonato Salvini. La battaglia, nel centrodestra, è dunque appena cominciata. Finita la luna di miele degli italiani con Meloni, il leader della Lega prova a riguadagnare terreno. Del resto, la Lega gongola per la sconfitta sarda, perché il candidato “debole” è stato imposto proprio da Fratelli d’Italia. Per questo la premier ha visto a pranzo il segretario della Lega e Antonio Tajani, imponendo subito la linea in caso di sconfitta (che puntualmente si è materializzata). E ha detto, sempre secondo il retroscena: “Se Truzzu perde, significa che ha perso tutto il centrodestra. Non ditemi che Solinas (il candidato che avrebbe voluto riconfermare la Lega, ndr) avrebbe fatto meglio”. A risultato acclarato, però, è Meloni a infuriarsi con Salvini. Secondo lei, infatti, i leghisti hanno votato per Todde. Perché alla fine Truzzu avrà circa 5mila voti in meno rispetto ai consensi raccolti dalle liste. Uno scarto che puzza di bruciato. Ma c’è di peggio… (Continua a leggere dopo la foto)

Come riporta ancora Ciriaco, Salvini sarebbe ora deciso a impostare una strategia di logoramento nei confronti della premier, con un’escalation che dovrebbe durare fino alle Europee. Ma se Salvini alzerà il tiro, se nei prossimi tre mesi proverà a colpirla ancora, la Meloni reagirà candidandosi alle Europee. Poi, conti alla mano, deciderà se proseguire a Palazzo Chigi. Il primo assalto della Lega, però, è già pronto: sarà sul terzo mandato. “Palazzo Chigi ha già deciso come reagire: se la Lega non dovesse frenare, il governo metterà la fiducia sull’intero provvedimento, impedendo che i senatori del Carroccio possano esprimersi”. Un vero e proprio schiaffo che rischia di far saltare il banco. Alle porte, inoltre, ci sono anche le lezioni in Abruzzo e Basilicata, dove potrebbero di nuovo cambiare gli equilibri tra Lega e FdI.

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