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L’Ucraina non può vincere nemmeno con gli aiuti. L’analisi che svela l’incontestabile realtà

Pubblicato il 06/04/2022 19:54 - Aggiornato il 07/12/2022 17:58

Praticamente tutti i media generalisti raccontano 24 ore su 24 di come la Russia stia perdendo la guerra. Da dove arrivino tali certezze, però, non è dato saperlo. Ma una certezza l’abbiamo, quella derivante dai dati forniti da una fonte ufficiale, utilizzata peraltro dai parlamentari dell’Unione Europea (Eprs). Il Servizio Ricerca del Parlamento Europeo, durante le prime fasi della guerra, rendeva noti una serie di dati a dir poco eloquenti.
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I numeri delle forze armate

Con 900mila uomini le forze armate russe sono più di quattro volte più numerose delle forze ucraine, che nel 2021 erano composte da 196mila uomini. L’esercito russo può schierare 280mila truppe. Si stima che ci siano attualmente 150mila soldati russi presenti in Ucraina, mentre circa 20mila rimangono pronti in riserva. Prima dell’invasione, la Russia disponeva di 15.857 veicoli corazzati da combattimento, in confronto ai 3.309 dell’Ucraina – quasi cinque volte di più, così come oltre dieci volte il numero di aerei (1.391) rispetto agli ucraini (132). Nel gennaio 2022 l’Ucraina ha riorganizzato le sue Forze di Difesa Territoriale (Tdf) con una nuova forza di riserva, che a metà febbraio 2022 avrebbe puntato a raggiungere 1,5-2 milioni di membri. Il numero effettivo di soldati Tdf è conosciuto.
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L’analisi della situazione

Riprendendo una puntuale analisi de Il Fatto Quotidiano, però, se consideriamo che le operazioni speciali della Russia si sono sviluppate su 4 assi di penetrazione, l’invasione russa sarebbe stata condotta da meno di 40 mila uomini per direttrice che, calcolato 3:1 il rapporto tra forze di sostegno e forze combattenti, si avrebbero meno di 10 mila uomini impiegati in combattimento per ogni asse. Qualcosa non torna. Alle forze d’attacco si sarebbero contrapposte 96mila uomini, di cui 60mila combattenti e quindi 15 mila soldati per ogni direttrice. Senza contare almeno mezzo milione dei 2 milioni di milizie territoriali, tra cui i famigerati battaglioni neonazisti. Considerando infine che, per poter sopraffare un avversario in difesa, l’attaccante deve almeno raggiungere una superiorità di 3:1, risulterebbe che per un attacco contro 15mila avrebbe dovuto avere 45mila uomini per ogni direttrice e non 10mila.
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I paradossi della narrazione

In effetti la difesa ucraina, sin dall’inizio del conflitto, avrebbe avuto un rapporto di forze con un vantaggio di 4,5:1. In teoria i russi non avrebbero nemmeno dovuto attraversare il confine, figurarsi se avrebbero potuto invadere tutta l’Ucraina. Non esiste esercito che avrebbe potuto conquistare tutto il territorio acquisito dai russi in venti giorni, è matematico. Dunque, i conti non tornano. È evidente che si siano compiuti alcuni errori di valutazione che hanno portato a sopravvalutare le forze ucraine.
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I fatti sono chiari, checché ne dicano i giornaloni mainstream: l’esercito di Putin è 4 volte quello di Zelensky. Solo l’intervento Usa-Nato potrebbe battere Mosca, ma l’Unione Europea tornerebbe all’età della pietra. Nei fatti, le pretese di “finire tutto e subito” di alcune menti poco acute, si dimenticano di considerare che il cambio di regime con la forza, in questo caso, significa l’escalation dello scontro militare e il suo ampliamento a livello continentale. Le conseguenze sono ben immaginabili da tutti.

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