Con un comunicato stampa il COSAP, Coordinamento Sindacale Appartenenti Polizia, denuncia, e conferma ancora una volta, che il green pass non è garanzia scientifica di non contagiosità e che non è sinonimo di protezione, anzi, può essere paradossalmente “pericoloso”. Di ciò è dimostrazione il caso recentemente accaduto della morte di un collega, che viene raccontata nelle sue dinamiche dal Sindacato.
Rabbia e indignazione per il caso che riguarda il G20 che viene denunciato nel comunicato stampa del sindacato e che denuncia e dimostra primo fra tutti che chi è al governo è consapevole dell’inefficacia del Green Pass per mantenere la sicurezza sanitaria, e secondariamente che questa sicurezza viene garantita solo quando si tratta di quella “dei potenti”. Ma andiamo per ordine e partiamo dalla morte del collega.
Massimo, aveva ricevuto entrambe le dosi del vaccino anti COVID 19, ma, si era infettato ugualmente e dopo un ricovero d’urgenza durato circa una settimana è spirato. Il luogo del contagio sarebbe quello di lavoro, ossia gli Uffici del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Frascati e nello specifico gli ambienti della squadra investigativa. La squadra, infatti, era composta da sei unità, 4 dei quali vaccinati – tra cui il caro Massimo – e 2 no, i due colleghi non vaccinati non possono certamente essere additati quali “untori” poiché erano assenti da tempo dal lavoro, mentre tra gli altri 4, tutti muniti di green pass ottenuto con doppia dose vaccinale, ben tre sono risultati positivi. “Quanto accaduto conferma ancora una volta che il green pass non sia garanzia scientifica di non contagiosità e che purtroppo non sia sinonimo di assoluta protezione dal contrarre forme gravi di Covid 19, che possano portare alla morte”, sottolineano dal sindacato.
Monta così la rabbia e la frustrazione tra gli agenti di Polizia che richiedono per la tutela dei lavoratori e di riflesso dei luoghi di lavoro, di sottoporre indistintamente tutto il personale ai tamponi e di garantirne la gratuità. L’indignazione è maggiore se si pensa che, stando sempre a quanto denunciato dal sindacato, in occasione del G20 sia stata messo in campo un’azione di supporto (tampone gratuito) per il personale impiegato in tale evento (vedasi circolare del 27/10/2021 n.850/A 0019153) “facendo passare così il messaggio sbagliato che la salute dei colleghi per l’evento de quo, sia primaria rispetto a quella di migliaia di poliziotti che quotidianamente lavorano con sacrificio ed abnegazione, molto spesso anche in discutibili luoghi di lavoro”.
Quindi se si tratta di garantire sicurezza ai “potenti”, allora l’utilizzo del tampone diventa necessario e gratuito, se si tratta invece di garantire la sicurezza a chiunque nella quotidianità e nello specifico ai poliziotti, allora il tampone non è più né necessario né gratuito.