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L’Italia affonda! Fallimenti in aumento, fatturati in picchiata: i numeri ufficiali del disastro

Pubblicato il 28/01/2021 10:43 - Aggiornato il 28/01/2021 11:00

Cambiano le parole, ma il concetto è quello: è neccessario fare qualcosa subito prima che sia troppo tardi. Ed è già molto tardi. 

Mentre loro perdono tempo e giocano con la crisi di governo, le categorie sono arrivate al limite: i numeri sono raccapriccianti e gli ammonimenti provengono dai diversi settori. 

“Non spetta a un’associazione di categoria entrare nel merito di una crisi di governo. Ci spettta però evidenziarne i gravi rischi, con scadenze importanti e urgenti. Il Paese non può più permettersi tatticismi o distrazioni vista la drammaticità del momento che impone decisioni rapide e contesti stabili. I pubblici esercizi e la ristorazione italiana sono in ginocchio ed i danni subiti mettono a repentaglio la tenuta economica dell’interno comparto”, ha dichiarato il presidente della Fipe Confcommercio, Lino Stoppani. 

Secondo gli economisti della Banca d’Italia, quest’anno aumenteranno le istanze di fallimento a causa del crollo del Pil del 9/10% che si è registrato lo scorso anno: entro il 2022 vi saranno 6.500 procedure in più, di cui 3.700 rimaste congelate dal 2019. Il fenomeno interesserà maggiormente le imprese sopra i 300mila euro di patrimonio ed i 200mila di fatturato. Insomma è previsto per quest’anno un aumento del 60% di fallimenti rispetto al 2019 che ci porterà sopra i livelli raggiunti durante la grande recessione del 2008-2009. 

Le stime della Fipe invece prevedono il rischio chiusura per 60mila esrcizi, perdita che costerò 300mila posti di lavoro in meno. Del resto cosa ci si può aspettare dalle misure di restrizione che hanno messo in ginocchio l’Italia e gli italiani?

Sapete quanto è costato solo a Milano il colpo delle restrizioni all’asporto? Una perdita del fatturato del 70-80%. Confcommercio parla della chiusura di 300mila imprese, di cui 240mila a causa del Covid, che vanno sommati a 100-150mila professionisti che perderanno il lavoro e a 500-600 contratti a termine che non verranno rinnovati.

Il totale di posti che perderermo a causa della pandemia diventa “un milione”. 

E un altro milione di posti andrà perso se dopo marzo non sarà prevista una proroga del blocco dei licenziamenti. 

Secondo Federturismo il blocco della stagione sciistica vale 4,5 miliardi di danni, che si aggiungono a quelli già subiti dall’intero settore. Anche Marina Lalli, presidente Federtursimo ha ammonito che “Il tempo stringe” durante un incontro in Parlamento.