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“L’ha scritta un italiano”. Dopo Sgarbi anche il maestro Muti sfida la Francia: “Una verità scomoda”

Pubblicato il 10/12/2022 17:09 - Aggiornato il 10/12/2022 17:19

Dopo l’attacco sferrato da Sgarbi, di cui abbiamo parlato qualche giorno fa dove invocava un cambio di marcia chiedendo che il sovrintendente del prestigioso teatro alla Scala non fosse straniero ma di nazionalità italiana, arriva l’attacco di Riccardo Muti. Andiamo a vedere cosa ha dichiarato il grandissimo maestro Muti, ma prima ripercorriamo quanto dichiarato dal sottosegretario alla Cultura riferendosi proprio al celebre direttore d’orchestra italiano. (Continua dopo l’immagine)

“Perchè il Teatro alla Scala deve sempre avere sovrintendenti stranieri? Al Louvre o all’Opera de Paris metterebbero un italiano?”, aveva fatto notare con toni provocatori Vittorio Sgarbi, sottosegretario all Cultura. “Se fossimo in Francia il grande direttore Riccardo Muti sarebbe stato trattenuto con qualunque mezzo all’Operà. Un sovrintendente internazionale, com’è certamente Meyer avrebbe dovuto e dovrebbe in ogni modo restituire alla Scala Muti, per troppo tempo lontano dal teatro che ha reso glorioso in 20 anni d’irripetibile magistero. Ho parlato con Muti: vuole fermamente in Italia le spoglie del grande compositore fiorentino Luigi Maria Cherubini, oggi sepolto a Parigi al Père Lachaise”, ha tuonato Sgarbi.

Proprio negli stessi giorni, il maestro Muti, fa notare La Verità, ha lanciato un altro inequivocabile attacco -anche se nessuno se n’è accorto- durante le prove del Requiem di Giuseppe Verdi: “Per parlare di noi, loro (i francesi) dicono les italiens, les italiens… Ma la Marsigliese gliel’abbiamo scritta noi. Ce l’hanno copiata! Non ci credete? Andate su YouTube e cercate il Tema e variazioni in do maggiore di Giovanni Battista Viotti!” Ricordiamo che sul tema litigano anche gli storici, “ma se alla fine venisse accertato che l’inno nazionale francese venne concepito dal compositore vercellese nel 1781, ben undici anni prima che se lo intestasse il militare transalpino Claude De Lisle, l’autostima di Macron ne risentirebbe”, conclude ironicamente il giornalista Melato de La Verità. Insomma, negli ultimi tempi, la tensione tra Parigi e Roma si respira nell’aria, ad iniziare proprio dai due esponenti politici Macron e Meloni.