Abbiamo celebrato la Giornata dell’Infanzia e dell’Adolescenza, e come ogni anno, saremo sommersi da post sui social, dichiarazioni politiche e messaggi istituzionali che elogiano l’importanza di tutelare i diritti di bambini, bambine e adolescenti. Ma cosa succede il giorno dopo? Purtroppo, la realtà rimane invariata.
I bambini con disabilità continueranno a lottare contro la mancanza di cure adeguate, le famiglie di bambini immigrati dovranno ancora affrontare discriminazioni quotidiane, e chi vive con disturbi alimentari o si trova nello spettro autistico sarà spesso bollato come “capriccioso” o “difficile”. Tutto questo ci dimostra quanto le belle parole, da sole, non bastino.
Forse è arrivato il momento di fare di più. Politici, media, presidenti di associazioni e tutti coloro che si esprimono in queste giornate dovrebbero andare oltre i discorsi di circostanza. Sarebbe più utile istituire un tavolo permanente, uno spazio concreto di confronto quotidiano, dove si possano affrontare le criticità reali e celebrare i progressi ottenuti. Un luogo dove lavorare insieme: genitori, pediatri, terapisti , insegnanti e istituzioni.
Solo così possiamo costruire un futuro che non lasci indietro nessuno. Non basta un giorno per onorare l’infanzia e l’adolescenza: serve impegno costante, coraggio di cambiare e ascolto sincero delle voci di chi vive in prima linea queste battaglie.
Che questa giornata diventi l’inizio di un percorso reale e non un rituale vuoto. Perché i nostri bambini e adolescenti meritano molto di più.
Con speranza,
Marco Macrì
Genova inclusiva