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L’ennesima beffa per i ristoratori: il governo fissa le condizioni (inverosimili) per riaprire

Pubblicato il 31/03/2021 13:08

Nessuna tregua, nessun respiro. Quella di Mario Draghi verso gli italiani è una vera e propria dichiarazione di guerra, in queste settimane, con le restrizioni già in atto che preparano la strada ad altre già annunciate. Il governo ha deciso di proseguire lungo la strada già tracciata dal precedente Conte bis, forse anche con maggiore accanimento. Elencando numeri che sottolineano come l’emergenza sanitaria non sia ancora alle spalle e annunciando, con largo anticipo, che non ci sarà “nessuna tregua” per tutto il mese di aprile.

E così alla vigilia del Consiglio dei ministri che dovrà varare il nuovo decreto sul sostanziale prolungamento delle restrizioni dal 7 al 30 aprile, come rivelato da Repubblica, il premier ha deciso di avocare a sé il dossier. Di sicuro, non ci sarà né il passaggio alle zone gialle in automatico al raggiungimento di certi numeri né un generico allentamento delle misure, come invece invocato a più riprese dai rappresentanti delle categorie più colpite dalla crisi. Si cercheranno soluzioni diverse, che lasceranno in ogni caso molto meno respiro ai commercianti.

Si lavora, infatti, all’ipotesi che prevede l’apertura di ristoranti e bar, soltanto a pranzo, qualora il numero dei contagi dovesse scendere sotto una soglia ancora da definire. Di sicuro, meno di cento positivi ogni 100 mila abitanti. Difficile, invece, che venga rivista la posizione su cinema e teatri, destinati a tenere ancora la porta chiusa. I paletti saranno, al dunque, così rigorosi da trasformarsi in un’altra stretta non dichiarata: in questo momento, sotto la soglia identificata ci sono soltanto due Regioni italiane, le uniche dove i ristoratori potrebbero tornare a lavorare almeno per una piccola parte della giornata.

Sempre secondo Repubblica, il ministro della Salute Speranza e i suoi colleghi Dario Franceschini (Pd) e Stefano Patuanelli (M5S) sono convinti che per la “normalità” bisognerà ancora attendere. Si guarda al modello inglese senza però poterlo imitare in tempi brevi, visto che il Regno Unito grazie alla Brexit si è svincolato dalle imposizioni e dagli errori dell’Ue, ai quali l’Italia è invece ancora legata. E così non resta che parlare di sforzi e sacrifici, in vista di un ipotetico ritorno alla normalità che da noi resta ancora un miraggio.

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