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Lega sempre più europeista: a Bruxelles ora vota anche a favore del Recovery Fund

Pubblicato il 10/02/2021 09:41

“Tutti incendiari e fieri ma quando arrivano sono tutti pompieri”, cantava Rino Gaetano. Da Bruxelles arriva un forte segnale da parte della Lega in favore di Mario Draghi. Ed è un voto che pesa. Al Parlamento europeo c’è stato il Sì compatto dei 28 europarlamentari di Salvini al Recovery fund. La Lega si smarca quindi dal fronte “sovranista” e si espone a conseguenze ancora tutte da esplorare negli equilibri tra i gruppi dell’Europarlamento. E non solo. “Preso atto dell’impegno che non ci sarà alcun aumento della pressione fiscale, che la stagione dell’austerity è finalmente archiviata, che si ridiscuteranno i vecchi parametri lacrime e sangue e che si aprirà una stagione nuova per l’utilizzo dei fondi del Recovery, prendiamo l’occasione per riportare l’Italia protagonista”, mettono nero su bianco gli europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente del gruppo Identità e democrazia, e Marco Campomenosi, capo delegazione al Parlamento Europeo, annunciando il voto favorevole al Recovery. (Continua a leggere dopo la foto).

Un voto, dicono, “per dare concretezza alla fase nuova che sta per iniziare”. Come riporta il Corriere, “poco prima era stato lo stesso Salvini a dettare la linea alla delegazione leghista a Bruxelles in videoconferenza dopo il faccia a faccia con Draghi a Roma nel secondo giro di consultazioni. ‘Il nostro obiettivo – è stato il messaggio dell’ex ministro dell’Interno – è che l’Italia torni protagonista in Europa, ci interessa che si faccia l’interesse nazionale. Siamo in Europa per cambiare alcune regole europee che lo stesso Draghi ha riconosciuto non corrispondere allo spirito del tempo. Non stiamo in Europa per cambiare magliette, guardiamo alla sostanza’”. (Continua a leggere dopo la foto)

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La Lega si allinea così a Pd, M5S, Forza Italia e Italia Viva, che hanno confermato il loro assenso al meccanismo di governance del Recovery, e rompe con Fratelli d’Italia, che ha scelto invece l’astensione. “Ma soprattutto – commenta il Corriere – entra in rotta di collisione con gli altri colleghi sovranisti. Tra bocche cucite e no comment, dal gruppo ID trapela un forte imbarazzo: se i francesi del partito di Marine Le Pen sono rimasti in silenzio, i tedeschi di Alternative fur Deutschland avevano già alzato la voce quando il loro eurodeputato (e numero due del gruppo) Joerg Meuthen si era scontrato con Zanni proprio sulla figura di Draghi”. (Continua a leggere dopo la foto)

La nuova veste europeista della Lega rischia ora di far implodere l’alleanza in Europa. Una cosa a cui Giorgetti in realtà starebbe lavorando da tempo, e questo si è rivelato il pretesto giusto per compiere il passo d’addio a un gruppo che – stando al numero 2 della Lega – non gioverebbe al raggiungimento di Palazzo Chigi da parte di Matteo Salvini. Si apre quindi la possibilità di un futuro approdo del Carroccio nel Partito popolare europeo. E il M5S si permette addirittura di ironizzare: “Da ‘fregatura’ è diventato opportunità imperdibile. Noi responsabili, loro trasformisti”, scrivono. 

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